Attualità

TEMI SENSIBILE. Unioni omosessuali, scontro aperto nel Pd

Roberta D’Angelo venerdì 15 giugno 2012
Si tenta la mediazione tra posizioni inconciliabili, e dopo ore di discussione su un testo che «pone al centro la persona» ancorandosi agli articoli 2, 3 e 29 della Costituzione, con i suoi diritti fondamentali inviolabili, il Comitato per i diritti del Pd sforna un documento "progressista", pieno di intenzioni per tutelare i cittadini senza discriminazioni, deciso a mettere paletti sui temi dell’«etica civile» e, in particolare, su quanto deriva dalle nuove tecnologie, che non devono essere lasciate «alla nuda regolazione del mercato». E, mantenendo alla famiglia la titolarità riconosciutale dalla nostra Carta, individua «speciali forme di garanzia per i diritti e i doveri che sorgono dai legami differenti da quelli matrimoniali, ivi comprese le unioni omosessuali», esplicitamente citate.Un compromesso lungo otto fitte pagine, già sulla scrivania del segretario Pier Luigi Bersani, al quale viene chiesto di sottoporlo al dibattito dell’Assemblea del partito a luglio. Un delicato punto di incontro, che non intende dare indicazioni legislative (pure intenzionato a promuoverle) e tiene aperte diverse soluzioni. Nonché molte polemiche.Il testo resta ancorato ai pronunciamenti legislativi della Corte costituzionale e alle Carte internazionali per i diritti umani. Ma con un occhio alla legislazione occidentale, da cui attingere per estendere garanzie. Contemporaneamente, però, insiste sulla mancanza di politiche a sostegno della famiglia in questi ultimi anni, addebitandone la responsabilità principale alle «politiche di centrodestra». Il riconoscimento dei nuovi diritti, dunque, deve corrispondere al rafforzamento di quelli del nucleo familiare fondato sul matrimonio.Il gruppo di lavoro ristretto mette mano anche alla bioetica e tocca il tema della vita. Si pronuncia «contro la manipolazione genetica, contro le terapie e le cure non rispettose della volontà di colui che le subisce» e contemporaneamente invita il Pd a presentare proposte che contengano «il diritto ed il dovere del medico di non impartire al paziente stesso, il quale pure solleciti o acconsenta, trattamenti finalizzati a sopprimere la vita», benché «tenendo sempre fermo il principio che l’ultima parola» sui trattamenti «è di chi li sopporta».Termina così il lavoro, dopo un anno e mezzo di riunioni a dir poco accese, il comitato voluto da Ignazio Marino – che qualcuno nota abbia però partecipato solo all’incontro finale – e sforna un testo sui temi citati da Bersani recentemente, nella lettera in occasione del "Gay pride". Un esito «positivo», per la parlamentare paladina delle istanze dei gay Paola Concia, «che nasce dal lungo lavoro di un anno. Insieme ad altri colleghi, ho chiesto di modificare il testo finale rendendolo più esplicito sui punti che riguardano le unioni tra persone dello stesso sesso». E di più, dice, si potrà fare in Assemblea.Non basta però al senatore Ignazio Marino, per il quale tanto tempo è servito a «produrre un testo elegante e dotto ma senza quei sì e quei no netti che le persone attendono dalla politica. Il Comitato diritti conclude il suo lavoro con un documento non condiviso che non indica un programma chiaro».Condivide Ivan Scalfarotto, che non si accontenta affatto: «Io credo che le persone omosessuali debbano poter accedere al matrimonio in Italia, così come accade già in un numero di paesi che cresce di giorno in giorno». Una posizione che non convince invece altri «gay iscritti al Pd», come si definiscono. Aurelio Mancuso, Andrea Benedino e Fabio Astrobello piuttosto sono certi che «Ivan Scalfarotto oltre a sottrarsi alla dura discussione della Commissione presieduta dalla Bindi, da una parte rivendica come unica soluzione il matrimonio, dall’altra, tramite lettera inviata e letta in Commissione, sostiene il testo del documento, assolutamente più arretrato della proposta del segretario».