Attualità

Ddl Cirinnà. Renzi: un decreto sull’utero in affitto

Marco Iasevoli sabato 20 febbraio 2016
La caccia alla «sorpresa» che oggi Renzi porterà sul palco dell’Assemblea Pd si ferma su un’impronta che viene confermata da giovani turchi, cattodem e centristi: il governo, potrebbe svelare il premier, sarebbe pronto a varare un decreto che inasprisce le sanzioni contro l’utero in affitto. Un decreto, dunque, «con tempi certi», che però dovrebbe essere controbilanciato dal «sì» di Palazzo Madama al disegno di legge sulle unioni gay, comprese le parti riguardanti la stepchild adoption e il tema adottivo in generale. Attenzione, però. È un tentativo di mediazione in extremis che potrebbe non andare a buon fine. A lavorarci sono due ministri pesanti, Orlando e Lorenzin. Ma di fronte alle prime bozze del ministro della Giustizia, la titolare della Sanità ha mandato questa risposta prima via Twitter e poi a margine di un convegno a Roma: «Io credo – dice – che ormai bisognerà votare sull’emendamento per stralciare la stepchild adoption, a meno che non si riesca a trovare un punto di caduta che a mio parere può essere solo quello di rendere l’utero in affitto un reato universale, legarlo a una norma penale e poi porre la sanzione e il divieto di adottabilità per il partner. La sola sanzione amministrativa non basta. In questo modo - con la sanzione penale e il divieto di adottabilità - si svuoterebbe la stepchild da qualsiasi tentativo di far rientrare dalla finestra quello che abbiamo voluto tenere fuori dalla porta». La sola sanzione amministrativa non basta, dunque. E se ci si limitasse a questo, allora si farà la conta (probabilmente a scrutinio segreto) quando arriveranno gli emendamenti soppressi dell’articolo 3 comma 4 e dell’articolo 5. E lo conferma anche Emma Fattorini, una delle esponenti cattodem più in vista: «Il deterrente deve essere davvero potente. Se fosse così, se ci fosse qualcosa che davvero inibisce questa pratica, allora la prospettiva sarebbe interessante. Fermo restando il diritto del bambino a non essere discriminato in base al modo in cui viene al mondo». Se questo sarà il coniglio dal cilindro del premier, lo scopriremo stamattina poco dopo le 9, orario d’inizio dell’Assemblea Pd nel lussuoso hotel Parco dei principi, nel cuore di Villa Borghese. E tutti sono in attesa delle parole di Renzi, che sino ad oggi ha fatto camminare fianco a fianco tre concetti: sì alla legge, prudente sì sulla stepchild ma lasciando libertà di coscienza nel partito e no all’utero in affitto. In ogni caso, qualsiasi cosa dirà il premier, una certezza almeno c’è: nella logica del Pd i voti di M5S sono diventati aggiuntivi, il canale preferenziale è ormai con Ncd e il centrodestra (nonostante la minoranza continui a immaginare che alla fine i pentastellati convergano sul testo di Monica Cirinnà). Intanto Pietro Grasso conserva in tasca l’arma che potrebbe agevolare il dibattito parlamentare nel caso ci sia un’intesa politica: il rigetto di tutti i canguri, sia di quelli (del Pd) che taglierebbero gli emendamenti sia di quelli (soprattutto leghisti) che manderebbero tutto al macero. Il presidente del Senato osserva le evoluzioni politiche e aspetta mercoledì per sciogliere definitivamente la riserva. L’idea di uno "scambio" tra decreto sull’utero in affitto e ddl Cirinnà, come detto, non è affatto facile da realizzare. Perciò restano in piedi anche altre ipotesi. L’accordo preventivo sullo stralcio del tema adottivo, con eventuale delega affidata all’esecutivo per risolvere il nodo in un quadro organico. O la convergenza in Aula su uno degli emendamenti che rafforza ed estende il divieto di utero in affitto, come quelli di Dalla Zuanna e diversi senatori Ncd (testi in cui si chiede di punire anche chi va all’estero e non si concede l’adozione al partner del genitore biologico). O infine la conta "a schema libero", con risultato incerto. È chiaro che Renzi utilizzerà l’Assemblea dem per richiamare all’unità sia l’ala cattolica sia la minoranza di sinistra. Anche perché, avendo ormai tacciato di «inaffidabilità» M5S, una legge sulle unioni civili è possibile solo se il grosso del partito tiene. «Ci divertiremo», ha detto il premier venerdì notte lasciando Bruxelles. In alcune anticipazioni del discorso di oggi che Palazzo Chigi ha inviato ieri sera alle agenzie, non c’è traccia del tema unioni civili. Renzi invece fa sapere che chiederà all’Egitto i «responsabili veri» dell’omicidio del giovane ricercatore Giulio Regeni e che affonderà il coltello contro i tecnici (leggasi Mario Monti): «Ci hanno regalato gli esodati della legge Fornero, il fiscal compact, le tasse sulle case e la vicenda Marò, il bail-in delle banche, senza aver fatto come altrove la bad bank. E adesso pretendono di spiegarci come risolvere i problemi che loro stessi hanno creato?».