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In commissione a Montecitorio. Unioni civili, l'iter al via Martedì le prime audizioni

R.d’A. venerdì 4 marzo 2016
Sarà un iter "normale" quello che farà la legge per le unioni civili a Montecitorio, dopo essere stata approvata al Senato con il solo passaggio in aula e senza l’esame del testo. Ieri la commissione Giustizia della Camera ha incardinato il provvedimento e ha stabilito il calendario. «Fisiologicamente – dice la presidente della commissione stessa, Donatella Ferranti - abbiamo due mesi per esaminarlo in commissione. Vediamo». La prossima settimana (mercoledì 9 e giovedì 10 marzo) sono previste le audizioni. Entro oggi ogni gruppo potrà indicare un paio di nominativi da ascoltare. Per l’indagine conoscitiva sulle adozioni, invece, i gruppi dovranno indicare entro lunedì prossimo chi sentire.  Quello che sembra non essere cambiato rispetto al passaggio parlamentare precedente è il clima teso. Le prime scintille sono esplose ieri tra Pd e M5S, per l’intervento polemico del grillino Alfonso Bonafede, vicepresidente della commissione, il quale ha chiesto di conoscere subito le intenzioni del governo, ovvero se è deciso a mettere la fiducia sulla legge. Alla Camera, per il deputato Cinquestelle, «non ci sarà spazio per le strumentalizzazioni del Pd e per lo scaricabarile che abbiamo visto al Senato». Dunque i democratici devono «dire con chiarezza se il testo è blindato ed è già in programma la fiducia». Quindi Bonafede avrebbe messo in discussione il ruolo del sottosegretario Gennaro Migliore, polemizzando con la preparazione dell’esponente del governo in materia di giustizia. Pronta la reazione del Pd. Il partito di Renzi vuole andare avanti spedito, con l’intenzione di ridurre al minimo le modifiche al testo, per consentire l’approvazione definitiva al Senato in tempi brevi. Si tratta, dice la relatrice Micaela Campana, di «una legge non solo sui diritti, ma anche sui doveri. È una legge questa che restituisce dignità ai nostri cittadini anche di fronte alla popolazione europea». Ed è, secondo l’esponente dem, «il passo da compiere per introdurre un elemento di normalità nella vita di tanti, per dire che lo Stato è al fianco di questi cittadini e che tutti si devono fidare. Non ci saranno automatismi, come non ci sono stati per altri provvedimenti importanti come l’aborto o il divorzio, ma la legge si inserisce in questo processo di mutamento della coscienza sociale».