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Al via il reclutamento. AAA cercasi tutori per i migranti minorenni senza famiglia

Antonella Mariani lunedì 24 luglio 2017

Minori non accompagnati (Foto Polizia di Stato)

Non è un lavoro, non si guadagna nulla, ma può durare una vita intera: un reclutamento un po’ speciale quello che in questi giorni è iniziato in tutta Italia per affiancare i ragazzini stranieri arrivati con i barconi senza nessuno. Tutore volontario, ecco quale sarà il «titolo» delle persone per i quali molti Garanti regionali per l’infanzia hanno già pubblicato il bando: Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Calabria, Liguria, Piemonte (anche per la Valle d’Aosta), Marche, Lazio e la provincia di Bolzano. L’Umbria è già al passaggio successivo, quello dei corsi di formazione.

Per quattro Regioni che al momento non hanno il loro Garante ci ha pensato l’Autorità nazionale per l’infanzia; e così anche Toscana, Sardegna, Abruzzo e Molise hanno dato il via al reclutamento. I bandi di tutte le altre Regioni arriveranno di qui al 6 agosto, termine massimo per la pubblicazione.

I compiti. Questione di pochi mesi e poi la legge 47 sui minori non accompagnati, entrata in vigore il 7 aprile scorso, camminerà con le sue gambe, almeno nella parte che riguarda la tutela volontaria. Cosa significa è presto detto: ogni bambino o ragazzo che arriva in Italia senza famiglia avrà una persona che lo rappresenterà in tutte le esigenze burocratiche e amministrative. Se dovrà fare un documento, portare avanti le pratiche per il permesso di soggiorno, iscriversi a un percorso di formazione, prenotare una visita medica, se avrà bisogno di essere ascoltato e consigliato avrà un adulto che si prenderà cura di lui senza dover ospitarlo in casa o mantenerlo economicamente. Per questo c’è l’affido familiare, via privilegiata di inserimento, e non è escluso che in certi casi nasca un legame più stretto tra il tutore e il minore.

I numeri. Nel 2016 sono sbarcati in Italia oltre 25mila minorenni soli, nella maggioranza dei casi adolescenti. Uno su quattro si è reso irreperibile, proseguendo il viaggio verso il Nord Europa per raggiungere un familiare. Altri nel frattempo sono diventati maggiorenni o si sono ricongiunti alla propria famiglia. Solo 16mila sono rimasti nel sistema di accoglienza. Dunque, sulla carta servirebbero 16mila tutori volontari, uno per ogni ragazzo. «Noi speriamo che aderisca al bando un grande numero di persone», si augura Filomena Albano, Garante nazionale per l’infanzia, che nei mesi di preparazione della legge ha lavorato fianco a fianco con decine di associazioni.

I requisiti. Gli aspiranti tutori volontari devono essere cittadini europei (o anche extraeuropei purché conoscano l’italiano e vivano in Italia), devono avere almeno 25 anni e avere la fedina penale pulita. Fin qui i requisiti di legge. Che però non bastano perché diventare tutore volontario di un bambino o adolescente straniero significa anche farsi carico delle sue aspettative, dei suoi bisogni. «Non sarà solo un rappresentante legale, ma una figura attenta alla relazione – aggiunge Albano –, un nuovo modello di genitorialità sociale e di cittadinanza attiva».

Il termine per presentare le proprie candidature è il 30 settembre, anche se poi il reclutamento rimane aperto in via permanente (sul sito nazionale www.garanteinfanzia.org o su quelli regionali tutte le informazioni per inviare la propria candidature) per formare un albo nel Tribunale per i minorenni della propria Regione, da cui i giudici selezioneranno i tutori. Subito dopo saranno organizzati i corsi formativi, al massimo di 30 ore. Attualmente è il sindaco del paese in cui risiede il ragazzo, di solito in una casa famiglia o in una struttura di accoglienza, ad averne la tutela legale istituzionale. Il sindaco il più delle volte delega all’assessore ai servizi sociali, che per forza di cose non può avere un rapporto stretto con il minorenne. Ecco perché il tutore volontario segna un salto di qualità, all’interno di una legge organica, quella sui minori stranieri non accompagnati, che non ha eguali in Europa.