Attualità

Roma. Un muro di bambole contro il femminicidio

Alessia Guerrieri lunedì 8 maggio 2017

Un particolare del muro delle bambole nato al centro di Roma (foto Guerrieri)

Anna, Lucia, Stefania, Tiziana. Ci sono tutti i volti delle donne che nel 2016 hanno subito violenza in Italia. O meglio di quelle che, con la denuncia, hanno avuto il coraggio di rendere pubblico ciò che fino ad allora era rimasto sepolto tra le mura di casa. Hanno i volti adesso sorridenti come le decine di bambole che fanno loro da cornice sul “muro delle bambole”, il simbolo permanente contro il femminicidio che l’associazione Wall of dolls di Milano ha voluto portare anche a Roma.


Un “monumento” a pochi passi da Piazza Navona, inaugurato stamane, che servirà per uscire dal silenzio la città con un messaggio forte: Roma rifiuta la violenza di vigliacchi e ignoranti. Ognuno ha affisso una nuova bambola sul muro, riprendendo un po’ il simbolo della tradizione indiana per cui si appende sulla porta di casa una bambola ogni volta che una donna che vi abita subisce soprusi.


Un muro «che vuole far riflettere chi passerà di qui», ha detto tagliando il nastro il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti che con il capogruppo di maggioranza in Regione Michele Baldi ha sponsorizzato l’iniziativa. «Nessuno pensi che il problema va risolto da altri ­– ha aggiunto - perché tutti possiamo fare qualcosa, anche solo con il coraggio di ribellarsi ad atteggiamenti sbagliati che vediamo sull’autobus». La violenza «costa 14 miliardi alla società», è il messaggio di Jo Squillo, ideatrice del Wall of dolls di Milano, le istituzioni «devono fare di più per aiutare le vittime». Insieme a lei molti volti noti dello spettacolo, da Lino Banfi a Noemi, da Maurizio Battista a Monica Ward, oltre che molte vittime di violenza che si impegnano per «diventare monito e non esempio», come ha detto stamane Valentina Pitzalis.