Attualità

Il rapporto. In Italia un milione di bambini senza futuro

Daniela Fassini martedì 10 maggio 2016
Hanno solo quei pochi vestiti che indossano, non fanno vacanza, non fanno sport non vanno al cinema e non leggono libri. In Italia ci sono un milione di bambini poveri. Di una povertà che non è solo materiale ma anche e soprattutto formativa ed educativa. Una 'povertà assoluta'. Con poche o nulle opportunità di riscatto sociale. Bambini e adolescenti, tra i 6 e i 17 anni che vivono soprattutto al Sud: in Sicilia, in Campania e in Calabria. Lontano dai centri urbani, spesso in località isolate e con pochi mezzi di trasporto pubblico, dove non ci sono pioscine o palazzetti dello port e tantomeno biblioteche, cinema e teatri. Località in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità educative e formative che consentano ai minori di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. Sono i dati che emergono dal rapporto pubblicato da Save the Children dal titolo "Liberare i bambini dalla povertà educativa: a che punto siamo?" presentato ieri in occasione del rilancio della campagna 'Illuminiamo il futuro'. Sono la Sicilia e la Campania a detenere il triste primato delle regioni italiane con la maggiore 'povertà educativa'. Al secondo posto della classifica in negativo, con un leggero distacco, la Calabria e la Puglia. Fanno da contraltare Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia, le aree più 'ricche' di offerta formativa ed extracurriculare per i minori. La ong internazionale fotografa il ritratto in chiaroscuro di un Italia lontana dagli obiettivi europei. Dove le opportunità per bambini e adolescenti sono esigue sia a scuola che fuori. L’analisi di Save the Children conferma la stretta correlazione tra povertà materiale e povertà educativa: è proprio nelle regioni ai primi posti della classifica sulla povertà educativa che si registrano i tassi di povertà più elevati d’Italia. In Italia sono 1.045.000 i bambini che vivono in povertà assoluta e si concentrano in particolare in regioni come la Calabria (quasi uno su quattro) o la Sicilia (poco meno di uno su cinque). Sono invece poco meno di due milioni quelli che vivono in povertà relativa (il 19%), ma ancora una volta è il Sud a vivere la situazione peggiore, dove più di un terzo dei minori si tro- va questa condizione.  In Italia il 48% dei minori tra 6 e 17 anni non ha letto neanche un libro, se non quelli scolastici, nell’anno precedente, il 69% non ha visitato un sito archeologico e il 55% un museo, il 46% non ha svolto alcuna attività sportiva. Se nel Sud e nelle Isole la privazione culturale e ricreativa è più marcata, arrivando all’84% della Campania, nelle regioni del Nord riguarda comunque circa la metà dei minori considerati, dove solo le province di Trento e Bolzano scendono al di sotto di questa soglia (rispettivamente 49% e 41%). Come in un circolo vizioso, inoltre, i bambini e gli adolescenti che nascono in zone dove maggiore è l’incidenza della povertà economica e che offrono poche opportunità di apprendimento a scuola e sul territorio, una volta diventati giovani adulti rischiano di essere esclusi, perpetuando questa condizione per le generazioni successive. «I bambini che vivono in condizioni di forte deprivazione economica sono i più esposti alla povertà educativa, che li colpisce spesso già nei primi anni di vita, determinando un ritardo nell’apprendimento e nella crescita personale ed emotiva, che difficilmente potrà essere colmato crescendo», spiega Valerio Neri, direttore generale dell’ organizzazione dedicata salvaare la vita dei bambini e a tutelare i loro diritti. «Un Paese che non garantisce diritti, doveri e opportunità uguali per tutti, soffocando sul nascere le aspirazioni e i talenti dei nostri figli – aggiunge Neri – non è solo un Paese ingiusto, ma un Paese senza futuro».