Attualità

Pomigliano. Frederik, senza dimora ghanese, ucciso a botte. Si cercano i due aggressori

Marco Iasevoli martedì 20 giugno 2023

La scena ripresa dalle videocamere private è agghiacciante: due persone, una in bici e l'altra a piedi, si avvicinano a Frederik, 43enne ghanese senza dimora. Lo svegliano, inizia una discussione, poi le botte. Tante. Selvagge. Pugni e calci che fanno sembrare la vittima un punching ball. Un minuto circa di violenza efferata scatenatasi la notte tra domenica e lunedì, intorno all'1.15, a Pomigliano d'Arco, in via Principe di Piemonte, una delle arterie periferiche della città, tuttavia densamente abitata. Le immagini registrano anche i momenti successivi: Frederik che claudicante e arrancando trova rifugio in un cortile, dove è stato trovato agonizzante lunedì mattina all'alba. La morte è avvenuta, così spiegano le forze dell'ordine, presso l'ospedale di Nola. Una delle ipotesi degli inquirenti, la più agghiacciante, è che a prendere a botte in modo feroce Frederik siano stati due minori, o comunque due persone molto giovani.

La tragedia è divenuta di dominio pubblico solo ieri sera grazie ai cittadini della zona che avevano saputo del pestaggio e che sui social chiedevano perché non ci fossero notizie circa lo stato di salute di Frederik. Solo a quel punto si è acceso il faro della stampa locale. Da lì la tragica scoperta della morte che stamattina ha fatto risvegliare la città in un clima di lutto. Perché il 43enne africano - Frederick Akwasi Adofo, identificato in ospedale con le impronte digitali - era ormai stato adottato dalla città e soprattutto dai clienti di un noto supermercato del territorio, in via Gramsci, di fronte a un parco pubblico frequentato ogni giorno da centinaia di bambini e famiglie. E' sull'uscio dell'esercizio commerciale, e sulla panchina di fronte, che Frederik passava la sua giornata. Non stava bene, aveva problemi ma «non faceva del male a nessuno», come ripete chiunque in queste ore passa a fianco alla «panchina di Frederik». Arrivato a Pomigliano 10 anni fa nell'ambito, nella città ha anche preso il titolo di terza media prima di cadere progressivamente nella rete del disagio. Si guadagnava da vivere aiutando a portare il carrello della spesa e tenendo per sé le monete. Ma tanti clienti avevano cura di lasciargli qualcosa da mangiare e da bere. Sin da stamattina cittadini e soprattutto bambini hanno portato fiori, candele e biglietti sulla panchina. «Il vostro odio non passerà inosservato. Un innocente ucciso da una società che sta fallendo», è la scritta in rosso lasciata da un adolescente. Secondo alcune fonti locali, anche altre volte Frederik avrebbe subito pestaggi gratuiti.

Il timore agghiacciante è che gli aggressori possano essere stati proprio due giovanissimi. Le movenze e le immagini indicano questa strada, anche se c'è da mantenere prudenza. I Carabinieri stanno passando al setaccio tutte le videocamere
private del territorio per ricostruire la fuga dei due aggressori e individuarli. Il sindaco della città, Lello Russo, ha atteso i primi riscontri delle indagini prima di commentare. «Non ci spieghiamo come possa essere successo un episodio di tale gravità in una città nota per l'accoglienza, le forze dell'ordine assicurano subito alla giustizia i responsabili», ha detto Russo comunicando che l'amministrazione si farà carico dei funerali e valuterà il lutto cittadino, chiesto anche da parte delle opposizioni. Mobilitate le parrocchie di Pomigliano, in particolare la comunità di san Francesco in cui Frederik era conosciuto e assistito. La Caritas si faceva carico delle sue esigenze fondamentali, ma non c'è stato mai verso di convincere il 43enne a uscire dalla condizione di senza dimora. «Sono sconvolto e rammaricato», dice il parroco don Pasquale Giannino. «Ancora una volta - prosegue - siamo messi in discussione come cristiani, cittadini e famiglie. Chiediamo con insistenza una capillare attenzione per il nostro territorio, questo episodio impone un cammino comune». Giovedì 22 giugno la comunità di San Francesco insieme a tutte le parrocchie di Pomigliano promuove una marcia silenziosa che partirà dalla "panchina di Frederik". Sono stati i parroci stesso di Pomigliano, in comunione con il vescovo di Nola Francesco Marino, ad annunciarlo con una nota pubblica in cui si afferma che la tragedia, «prima ancora che segno di una scarsa sicurezza sul nostro territorio, è sintomo di uno smarrimento di autentica umanità».

Nelle ultime settimane ci sono stati diversi episodi di violenza a Pomigliano che hanno anche infiammato il dibattito politico cittadino. Dai parroci giunge l'appello a ricordare Frederik mettendo al centro la sua dignità di persona, e a fare fronte comune contro fenomeni che evidentemente hanno radici profonde e complesse.