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Normativa. Ue: regole più strette per gli spot sull'azzardo

Giovanni Maria Del Re lunedì 7 luglio 2014
Avvertire i giovani dei rischi, a chiare lettere, dei giochi d’azzardo online, un po’ come le avvertenze sui rischi sanitari sulle sigarette. A chiederlo sarà domani la Commissione Europea, che presenterà una raccomandazione «sui principi comuni per pubblicità responsabili dei servizi di gioco d’azzardo online» - un testo che è meno vincolante di un regolamento o di una direttiva, ma che comunque ha una valore di stimolo per gli Stati membri. «Gli Stati membri - si legge nel testo che sarà approvato domani - dovrebbero garantire che le pubblicità di servizi di giochi  d’azzardo online rechino appropriati messaggi di rischio e di  avvertimento, come le reali possibilità di vincita e perdita, e il rischio di problemi associati al gioco d’azzardo», come i rischi di una vera e propria assuefazione. Nel testo, inoltre, si sottolinea che «le pubblicità non devono contenere dichiarazioni infondate sulle possibilità di vincita; suggerire che la bravura possa influenzare l’esito di una partita, quando non è vero; dipingere il gioco d’azzardo come socialmente attraente; contenere dichiarazioni di sostegno da parte di personalità note o celebrità che possano suggerire che il gioco abbia contribuito al loro successo».  Punto molto importante, si afferma inoltre che «nessuna sponsorizzazione di operatori di giochi d’azzardo deve essere consentita per eventi mirati o indirizzati a minori». A questo si aggiunge la raccomandazione di fissare dei «principi minimi» affinché gli operatori rispettino modalità operative per verificare l’identità e l’età dei giocatori, nonché limiti agli orari dell’offerta.La raccomandazione, elaborata dai servizi del commissario al Mercato Interno Michel Barnier, è la conclusione di un percorso iniziato nel 2012 con il lancio di una roadmap per un settore, quello del gioco d’azzardo online, per il quale, avverte la Commissione, «stando alle previsioni, nel 2015 le entrate annue si aggireranno intorno ai 13 miliardi di euro: rispetto ai 9,3 miliardi di euro del 2011, si tratterebbe di un tasso di crescita totale di quasi il 40%». Secondo alcuni studi, il 12% di tutte le scommesse e i giochi d’azzardo sono ormai via Rete. Nel 2011 erano 6,8 milioni gli utenti nell’Ue.  La Commissione già nel 2012, sulla base di un’ampia consultazione con gli Stati membri e altri attori coinvolti, ha riscontrato la necessità di un coordinamento degli Stati membri pur nel rispetto della sussidiarietà. «Una collaborazione maggiore e di lungo periodo fra gli Stati membri migliorerebbe la capacità dell’Ue di affrontare più efficacemente la questione del gioco d’azzardo nella sua dimensione internazionale» scriveva Bruxelles presentando il rapporto relativo alla roadmap. «In conformità con la giurisprudenza della Corte di giustizia - ha scritto anche lo stesso Barnier in una risposta a un’interrogazione europarlamentare - data l’assenza di armonizzazione, gli Stati membri sono liberi di fissare i propri obiettivi politici sul gioco. Tuttavia, la Commissione si è impegnata a sostenere i loro sforzi per garantire un livello elevato di protezione dei consumatori contro i siti illegali».  Lo stesso Barnier ha espresso «grande preoccupazione» per i rischi connessi al fenomeno. Le incertezze sul fronte giuridico e le consultazioni con le parti hanno spinto comunque Bruxelles, almeno per il momento, a rinunciare a proporre una vera e propria normativa anche se, spiegano fonti comunitarie, «la speranza è che la raccomandazione incoraggi gli stati membri a rafforzare le proprie legislazioni e la cooperazione tra loro».