Attualità

Intervista. Damiano: «Troppi squilibri. Si può migliorare»

Francesco Riccardi sabato 15 marzo 2014
«Così è un provvedimento troppo squilibra­to. Credo che in Parlamento vada aperto il confronto e trovate le possibili correzioni». Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro con Prodi, è presidente della commissione Lavoro della Camera. È d’accordo con la Cgil che così si rischia di aumen­tare la precarietà? Dico solo che la combinazione tra l’assenza di una cau­salità per accendere il contratto a termine, il periodo al­lungato da 1 a 3 anni e il limite dell’organico elevato al 20% creano troppo disequilibrio a danno dei giovani. Va bene incentivare le oc­casioni di lavoro, ma serviva un confronto con le parti sociali per tarare meglio il prov­vedimento. Ora discu­tiamone in Parlamento per trovare le correzioni. Bene invece le scelte sull’apprendistato che deve restare la via principale di accesso al lavoro.Sembra tramontata l’ipotesi del contratto di inseri­mento a tutele crescenti... Farne un contratto unico sarebbe stato sbagliato, a­vrebbe 'ucciso' l’apprendistato. Andrebbe promosso per chi ha più di 29 anni o per i disoccupati di lunga durata. Ciò che mi preoccupa, però, è che non vedo l’intenzione di eliminare alcune forme di contratti precari. La delega si riuscirà a completare in 6 mesi? Non sono pochi 6 mesi. Urgente è la riforma degli am­mortizzatori sociali con l’estensione a chi non ne go­de. Attenzione, però, ci sono oltre 500mila persone in cig a zero ore e 150mila coperte da quella in deroga. Se si pensa di eliminarla, estendendo a tutti il sussidio di disoccupazione occorre farlo in modo graduale.