Attualità

La riforma. Separazioni, divorzi e minori. Ecco il tribunale della famiglia

Luciano Moia sabato 11 settembre 2021

Il tribunale di Milano

Si chiamerà "Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie" la struttura giudiziaria che prenderà il posto degli attuali Tribunali per i minorenni. Sarà competente sia per le cause di separazione e divorzio, sia per quelle materie oggi trattate in modo esclusivo dai giudici minorili. Ci saranno sezioni distrettuali, presso ogni sede di Corte d’appello. E sezioni circondariali, presso ogni sede di tribunale ordinario. Un passo avanti? Certamente in linea di principio, perché da anni gli addetti facevano notare l’assurdità di affrontare i problemi relativi alla famiglia in due tribunali diversi. Per esempio, in caso di conflittualità coniugale, la separazione tra marito e moglie è competenza del giudice ordinario, mentre la collocazione dei figli e, nei casi più gravi, quelli in cui la conflittualità tra i genitori appare insanabile, il loro allontanamento, è materia del giudice minorile. Con tutta una serie di disagi relativi alla difficoltà - spesso all’impossibilità - di conciliare tempi e contenuti dei diversi pronunciamenti, tanto più quando alle questioni civili si sovrappongono quelle penali. Il nuovo tribunale, di cui si parla da almeno vent’anni, vorrebbe risolvere questi corto circuiti, affidando a un tribunale unico tutte le questioni familiari.

La svolta è arrivata giovedì sera, con voto unanime, in Commissione Giustizia del Senato nell’ambito della riforma del processo civile. Martedì la Commissione Bilancio darà il parere sulle coperture e la Commissione Giustizia voterà formalmente il mandato al relatore. Mercoledì il testo è atteso in Aula. Il nuovo tribunale nasce grazie ad un emendamento delle relatrici, Fiammetta Modena (Fi), Anna Rossomando (Pd) e Julia Unterberger (Svp). La riforma prevede che le decisioni delle sezioni circondariali siano appellabili presso le sezioni distrettuali, e quelle distrettuali davanti alla Cassazione.

Le sezioni circondariali saranno una sorta di "uffici periferici" delle sezioni distrettuali. In Lombardia, per esempio, dovrebbero essere nove, mentre quelle distrettuali prenderanno il posto dei due tribunali per i minorenni oggi esistenti, Milano e Brescia. Alle sezioni circondariali, in cui è previsto un giudice monocratico, saranno trasferite le competenze civili, penali e di sorveglianza degli attuali tribunali per i minorenni. Mentre le sezioni distrettuali giudicheranno in composizione collegiale (due magistrati togati e due giudici onorari), tranne che per i provvedimenti legati alle adozioni.

L’emendamento – che si inserisce nella legge delega – stabilisce poi in dettaglio i criteri di composizione del nuovo Tribunale. Avrà un proprio "Ufficio del processo", vale a dire la nuova struttura con variegate figure professionali, che verrà istituita nei Tribunali civili e penali per supportare i magistrati e accelerare gli stessi processi. L’emendamento prevede una fase transitoria fino al 31 dicembre 2024.

Novità anche per le procure minorili. Nascerà l’Ufficio della procura della Repubblica presso il Tribunale per le persone, per i minorenni e per la famiglia che sarà, come del resto avviene ora, una procura specializzata che svolgerà le stesse attività della procura minorile attuale, ma avrà in più il compito di pubblico ministero nelle separazioni e nei divorzi nell’interesse del bambino.
Quindi un lavoro aggiuntivo non di poco conto sul quale il procuratore dei minori di Milano, Ciro Cascone, già esprime qualche riserva: «A Milano riceviamo 8-9 mila segnalazioni l’anno riguardanti i minori e trasferiamo al tribunale circa 3-4mila casi. E poi controlliamo 600 comunità. Oggi abbiamo 7 magistrati e siamo in costante affanno. Se si aggiungessero separazioni e divorzi avremmo bisogno di 20 giudici, almeno. Ma ci saranno tutte queste risorse? O sarà la solita riforma a costo zero? Se manca un investimento serio, possiamo cambiare norme e strutture ma non miglioreremo nulla».

Nel merito della riforma, Cascone vede tre rischi: le competenze del giudice monocratico, le svuotamento delle competenze dei giudici onorari e le richieste relative all’anzianità pretesa per i giudici che saranno assegnati ai nuovi uffici.

Quando la riforma sarà a regime, ai giudici monocratici delle sezioni circondariali sarà chiesto di valutare situazioni di estrema delicatezza e complessità, come il decadimento della responsabilità genitoriale e l’allontanamento di un minore della sua famiglia. Oggi, sullo stesso problema, si esprimono collegi formati da giudici togati e giudici onorari, cioè psicologici, pedagogisti, neuropsichiatri infantili che integrano sulla base delle scienze umane il quadro giuridico. Sbagliato affidare questioni così impegnative a un giudice unico? «Certamente – risponde il procuratore dei minori di Milano – magari il giudizio sarà più veloce, ma la ponderazione di un collegio è più rassicurante. Quale specializzazione dovrà avere questo giudice monocratico per riassumere tante competenze?».

Da qui le perplessità relative al ridimensionamento dei giudici onorari che finiranno per essere coinvolti in un numero sempre più esiguo di casi. «Un grave errore», secondo Cascone, perché verrebbe meno quella ricchezza interdisciplinare che è sempre stata un elemento fondamentale dei nostri tribunali per i minorenni.

Infine l’anzianità. Nei nuovi Tribunali della famiglia potranno entrare solo magistrati con almeno 12 anni di esperienza (terza valutazione). «Verrà meno l’entusiasmo e la dedizione dei giovani colleghi – conclude Cascone – senza considerare che quelli "esperti" ben difficilmente avranno competenze specifiche in campo minorile. E allora la specializzazione invocata dal nuovo emendamento come potrà essere costruita?».

I PUNTI DELLA RIFORMA

1 Le sezioni sul territorio​

Ci saranno sezioni distrettuali sezioni distrettuali, presso ogni sede di Corte d’appello. E sezioni circondariali, presso ogni sede di tribunale ordinario. Il tribunale unico sarà competente sia per le cause di separazione e divorzio, sia per quelle materie oggi trattate dai giudici minorili.

2 La divisione delle competenze

Alle sezioni circondariali è previsto un giudice monocratico con competenze civili, penali e di sorveglianza degli attuali tribunali per i minorenni. Mentre le sezioni distrettuali giudicheranno in composizione collegiale (due magistrati togati e due giudici onorari.

3 L’anzianità dei magistrati

Nei nuovi Tribunali della famiglia potranno entrare solo magistrati con almeno 12 anni di esperienza (terza valutazione). La garante dell’Infanzia invoca la salvaguardia della specializzazione propria del tribunale dei minorenni.