Attualità

Modena. Trans in cattedra. «I nostri figli a casa»

venerdì 14 marzo 2014
«Senza un vero contraddittorio, serio e completo, i nostri figli resteranno a casa e non parte­ciperanno all’assemblea». È ferma la po­sizione di un folto gruppo di genitori, in­tenzionati a non mandare a scuola i pro­pri ragazzi in occasione di un incontro con l’ex-parlamentare transessuale Vladimiro Guadagno, meglio conosciuto come Luxuria. Succede al Liceo classico Mura­tori di Modena, dove, per il prossimo 18 marzo, è in programma un’assemblea de­gli studenti sui temi della discriminazio­ne e dell’omofobia, che vedrà protagoni­sta l’ex-deputato di Rifondazione comu­nista, insieme al presidente del locale cir­colo Arcigay e a un medico endocrinolo­go. Fatto curioso è che l’assemblea è sta­ta autorizzata dal Consiglio d’istituto, pre­sieduto da Giuseppe Marotta, marito del­l’ex- vice ministro del governo Letta, con delega alle Pari opportunità, Maria Ceci­lia Guerra. La stessa che, un mese fa, ha in­viato una formale nota di demerito al di­rettore dell’Unar, Marco De Giorgi, dopo la diffusione di opuscoli Lgbt nelle scuo­le. «La finalità – dichiarò nell’occasione – non deve mai essere quella di imporre un punto di vista o una visione unilaterale del mondo». Proprio quello che, invece, si sta cercando di fare al Liceo Muratori. «Per un mese – dicono i genitori, soste­nuti dal Comitato “Sì alla famiglia” di Mo­dena – abbiamo chiesto di allargare la pla­tea dei relatori, oltre ai tre scelti per que­st’incontro. Nonostante i nostri ripetuti appelli, nulla è stato fatto e così, nostro malgrado, ci troviamo costretti a prende­re la decisione estrema di tenere a casa i nostri figli». Le famiglie, che ieri sera hanno parteci­pato a un’affollata assemblea, in un primo momento erano riuscite ad ottenere la so­spensione dell’incontro, che inizialmen­te si sarebbe dovuto tenere a fine febbraio. Con una lettera al dirigente scolastico del Muratori e all’Ufficio scolastico regionale dell’Emilia Romagna, avevano chiesto di posticipare la data, chiedendo nel frat­tempo di ampliare il numero dei relatori, includendo anche rappresentanti del mondo dell’associazionismo familiare. O­ra, però, a fronte di una delibera del Con­siglio d’Istituto, presa a maggioranza, l’as­semblea si farà secondo il programma o- riginario. «Le prime vittime di questa vicenda – sot­tolineano i genitori – sono i nostri figli. So­no stati loro, per primi, a chiederci di in­tervenire, sentendosi discriminati e non rappresentanti dai relatori invitati a par­lare. Può sembrare strano ma, anche su questi argomenti, non tutti la pensano al­lo stesso modo e tutte le opinioni dovreb­bero avere diritto di cittadinanza. Se così, come sembra, non sarà, i nostri figli sta­ranno a casa». Quel giorno, al Liceo Muratori manche­ranno, in un colpo solo, più di 100 studenti di tutte le classi. E non è escluso che altre famiglie si accodino alla protesta, pur non avendo inizialmente firmato la petizione al dirigente scolastico, Giorgio Siena. Che, a sua volta, auspica una distensione dei toni. «Dopo le polemiche – spiega – abbiamo parlato con gli studenti per valutare la pos­sibilità di far partecipare anche altri rela­tori, portatori di sensibilità diverse. È sta­to convocato anche un Consiglio d’istitu­to straordinario (previsto per domani n­dr.) per valutare la situazione. Resta, co­munque il fatto che questa assemblea è stata richiesta dagli studenti e approvata dal Consiglio d’Istituto. Certo – aggiunge il dirigente – pur ritenendo opportuno che la scuola affronti anche queste tematiche, credo che questo incontro si sarebbe po­tuto organizzare in modo diverso, garan­tendo il confronto e il dibattito. In ogni ca­so, c’è una delibera del Consiglio d’istitu­to a cui mi devo attenere». Sulla polemica è intervenuto anche il se­natore modenese del Nuovo centro de­stra, Carlo Giovanardi: «Una scuola pub­blica non è un luogo di indottrinamen­to dei giovani: è giusto ed opportuno in­fatti che ogni argomento, anche il più spinoso, possa essere affrontato, ma ga­rantendo l’illustrazione di punti di vista differenti».