Attualità

L'EVENTO. «Tradire la verità è tradire noi stessi»

Marco Lapi martedì 8 ottobre 2013
«Non credo di dire falsa testimonianza se dico che questa è la piazza più bella». Dal palco di piazzale Michelangelo affacciato sul panorama notturno di Firenze, il sindaco Matteo Renzi ha aperto così, domenica, l’appuntamento finale dell’evento nazionale "10 piazze per 10 comandamenti", dedicato appunto all’ottavo precetto. A condurre la serata, la giornalista televisiva Arianna Ciampoli, che ha introdotto sul palco le diverse testimonianze in programma e i contributi musicali della band DieciperDieci Rns e dei Neri per Caso. Subito dopo è stata la volta del saluto dell’arcivescovo, cardinale Giuseppe Betori. «In gioco nel comandamento – ha detto tra l’altro – non è semplicemente il non dire bugie, ma il fatto che tradire la verità è tradire noi stessi nel rapporto con Dio, con gli uomini e con il mondo attorno a noi. Si capisce di qui la stretta correlazione che c’è tra il rispetto della verità e la possibilità di costruire una città secondo giustizia e fraternità». Tra gli interventi della serata, che si sono alternati con i testi letterari presentati dall’attore Remo Girone, decisamente simpatico ma tutt’altro che superficiale quello dell’attore comico Pippo Franco. Ma la testimonianza più toccante è stata senza dubbio quella di Giuseppe Lo Menzo, coordinatore del gruppo di Rinnovamento nello Spirito di Lampedusa. «Ancora una volta – ha detto tra l’altro – ci siamo ritrovati al centro della storia, ancora una volta protagonisti di una pagina di cronaca nera, ancora una volta spettatori di tanta indignazione istituzionale, di governanti che promettono e non mantengono». Ma ha anche definito come «una grazia del Signore» questo essere in prima linea sul fronte della carità verso «fratelli, membri dell’unica e sola famiglia dei figli di Dio». Arianna Ciampoli ha inoltre dato vita a conversazioni sul tema con la scrittrice Susanna Tamaro (delicato e potente il disegno del confine tra sincerità e verità), il poeta Davide Rondoni (splendida una poesia su Firenze ispirata dal beato Angelico) e il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che si è soffermato in particolare sulla verità nel campo dell’informazione, criticando la fretta che porta spesso a non verificare le notizie, dimenticando che in qualche modo riguardano comunque anche delle persone, e portando ad esempio alcune battaglie condotte dal quotidiano dei cattolici italiani su questioni finite nel dimenticatoio o volutamente ignorate, come quelle della "terra dei fuochi" e dell’imperversare del gioco d’azzardo, anche tra i minori. Ad arricchire ancor più la serata, il videomessaggio di Papa Francesco, riproposto anche in quest’ultima tappa. «La vera libertà – ha concluso il Pontefice – non è seguire il nostro egoismo, le nostre cieche passioni, ma è quella di amare, di scegliere ciò che è bene in ogni situazione. I Dieci Comandamenti non sono un inno al "no", sono sul "sì". Un "sì" a Dio, il "sì" all’Amore». Al termine, dopo quasi tre ore sotto un cielo che ha provvidenzialmente risparmiato la pioggia, il presidente nazionale di Rinnovamento nello Spirito Salvatore Martinez ha introdotto un documento finale su ciascuno dei 10 comandamenti: dieci appelli (di cui parliamo in modo più diffuso nel box in alto a questa pagina) per continuare nella vita di ogni giorno quanto ascoltato in questi tredici mesi nelle piazze del nostro Paese.