Attualità

Il caso lombardo. Le nuove autostrade servono? È polemica

Pierfranco Redaelli venerdì 25 settembre 2015
Le nuove autostrade, servono? Oppure è tutto un bluff. In Lombardia è guerra di numeri sull’utilizzo delle autostrade (a cominciare dalla nuova Brebemi, ovvero la Brescia Bergamo Milano)), sull’utilità di realizzare nuove tangenziali. Con sullo sfondo l’eterno conflitto, in Lombardia, tra Comuni e Pedemontana. Martedì la consigliera alla mobilità della Città metropolitana, Arianna Censi, riprendendo i dati pubblicati da Aiscat, la società che rileva la percorrenza in chilometri sulle tangenziale e sulle autostrade, segnalava che lo scorso mese di giugno sulla Brebemi e sulla Tem, la Tangenziale est esterna che mette in contatto l’A4 ad Agrate con l’A1 a Melegnano, erano stati registrati transiti molto al di sotto di quanto previsto dal piano delle due società. Immediata la risposta di Tem e Brebemi che contestavano il metodo di rilevazione e sostenevano che – anche se al di sotto del previsto – i passaggi ai caselli delle due autostrade erano soddisfacenti. Ieri Censi, nel confermare la validità dei dati forniti da Aiscat, torna a ribadire che queste due nuove infrastrutture «presentano valori inferiori alla metà della media nazionale, pur essendo totalmente inserite nel cuore produttivo della pianura padana». Ma aggiunge che «è evidente che all’aumentare del numero degli automobilisti su queste tratte, aumenti anche il vantaggio dei gestori. Quindi accelerare la creazione dei raccordi e dei collegamenti autostradali è utile a tutti, così come la diminuzione dei pedaggi, a fronte di un aumento degli utenti, potrebbe rappresentare un processo favorevole e vantaggioso per tutti». Tem e Brebemi hanno ribadito che le due infrastrutture sono state realizzate da privati con la finanza di progetto. Poi, ricordate le somme milionarie per Iva e imposte dirette che le due società versano allo Stato, BreBeMi (A35) sollecita interventi per migliorare gli accessi ai suoi caselli e a quelli dell’A58 (Tem). (Ma d'altra parte nei giorni scorsi è emerso che nei prossimi anni il pubblico dovrebbe sborsare oltre un miliardo per sostenere queste infrastrutture, da qui un'altra polemica. Ndr) La questione nuove opere allarga il dibattito. Nei gironi scorsi la consigliera Censi aveva espresso una forte riserva sull’utilità di una nuova tangenziale, quella Ovest esterna di Milano. E resta sempre carica di polemiche la Pedemontana. Secondo la provincia di Monza, da novembre, con la prevista inaugurazione del tratto B1 da Lomazzo a Lentate sul Seveso, la Milano-Meda diventerà impercorribile. Lo sostengono i sindaci della Brianza con il presidente della Provincia, Gigi Ponti, dopo un incontro a Monza con gli assessori regionali alla Mobilità, Alessandro Sorte, e all’Expo, Fabrizio Sala. L’assessore Sorte ha confermato che «la tratta B1, un pezzo di Pedemontana di 10 km che si apre sulla Brianza, aprirà subito dopo Expo, entro la prima decade di novembre». Sorte e Sala, analizzando i capitoli economici, si sono detti fiduciosi sul fatto di poter recuperare la somma mancante per concludere i tratti di autostrada che interessano una grossa fetta della Brianza e del Vimercatese. Per Ponti «aprire il nuovo tratto di Pedemontana senza prima avere messo in sicurezza la Milano-Meda è un’operazione scellerata. A rischio c’è la sicurezza di migliaia di automobilisti che ogni giorno percorrono questa superstrada. Sulla Milano-Meda servono lavori urgenti che nessuno sta facendo, dal taglio dell’erba al rifacimento del manto stradale per 15mila mq, alla messa in sicurezza di svincoli. Opere per oltre un milione di euro che avrebbero dovuto partire a gennaio, ma che restano, per mancanza di fondi, sulla carta». L’assessore Sorte ha assicurato che in tempi brevi, per la mobilità in Brianza, la Regione stanzierà due milioni di euro.