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Conti pubblici. Superbonus, sui crediti diluiti scontro totale Tajani-Giorgetti

Maurizio Carucci sabato 11 maggio 2024

È scontro tra il vicepremier Tajani e il ministro Giorgetti

Il Superbonus voluto da Giuseppe Conte è ancora terreno di scontro politico. Questa volta, però, all’interno dello stesso governo. Ieri si è registrato il duro botta e risposta tra due “pesi massimi”: i ministri Antonio Tajani e Giancarlo Giorgetti. A «qualche perplessità» sull’obbligo di “spalmare” su dieci anni i crediti fiscali espressa dal vicepremier e leader di Forza Italia ha replicato il ministro dell’Economia. «Il Superbonus, che in teoria poteva essere un progetto utile al rilancio del settore dell’edilizia, si è trasformato in un buco nei conti pubblici per la pessima gestione. Molte cose non si possono fare a causa di ciò che è successo», è stato in premessa il giudizio generale del ministro degli Esteri. Seguito dall’affondo sull’ultima proposta del ministro Giorgetti: «Come Forza Italia, vogliamo ascoltare le imprese e le banche per capire se si deve intervenire in Parlamento e fare delle proposte. La parte di retroattività non mi convince: forse dieci anni sono troppi».

A stretto giro la replica, lapidaria, di Giorgetti. «Io ho una responsabilità e difendo gli interessi dell’Italia, chiaro?», ha commentato il titolare dei conti pubblici, senza rispondere a chi gli ha chiesto se si fosse chiarito col vicepremier. Che a sua volta a sera ha rincarato la dose: «Anche io faccio l’interesse degli italiani. È una proposta di Giorgetti, non è del governo, perché io non sono mai stato consultato. Valuteremo i contenuti». Quindi ha aggiunto: «Voglio vedere il testo, ma non c’è nessuna polemica».

Tuttavia il leader di Azione, Carlo Calenda, consiglia «grande prudenza» a Giorgetti: «Tutti hanno perplessità sulla retroattività del Superbonus. La retroattività noi provammo a farla sui costi delle rinnovabili, si chiamava “spalma-bolletta”: molto difficilmente funziona, perché mette in difficoltà le aziende e i privati».

Intanto l’emendamento del governo per spalmare su dieci anni i crediti del Superbonus, nella notte è stato bollinato ed è arrivato in commissione Finanze al Senato (per poter approdare in aula mercoledì alle 15). Il testo è in sei pagine, contiene anche norme specifiche per le banche, a partire dal 2025.

L’emendamento, come ha spiegato il senatore di Fdi Giorgio Salvitti, relatore del provvedimento, dovrebbe riguardare quattro punti: «Estendere ad altri territori che hanno subito sismi o alluvioni la possibilità della cessione del credito con un tetto; il Terzo settore con un tetto di spesa; la rateizzazione in dieci anni per le spese del solo 2024; e una parte sulla remissione in bonis per pratiche che hanno avuto errori sostanziali, ma di carattere materiale (come errori di trasmissione o di compilazione) che non hanno incidenza sulla spesa». Intanto le associazioni proseguono a far sentire la loro voce contro la nuova stretta.