Attualità

LA LEGGE DI STABILITA'. Stato sociale tartassato Il Terzo settore in rivolta

Luca Liverani martedì 16 ottobre 2012
I toni sono durissimi. Il mondo del terzo settore, delle cooperative sociali e dell’associazionismo insorge compatto. Perché le bozze della legge di stabilità tratteggiano un scenario di nuovi, durissimi colpi ai danni delle fasce più deboli del Paese: famiglie, disabili, anziani, infanzia. Tra i colpi "sotto la cintura" c’è l’aumento dell’Iva dal 4 al 10% (e presto all’11) per le prestazioni socio-sanitarie, gli assegni di invalidità e indennità di accompagnamento che finiscono nell’imponibile Irpef, la stretta sui permessi previsti della legge 104 per i lavoratori pubblici che assistono parenti disabili. Troppo, anche per chi è abituato a tenere duro. Forum del Terzo Settore, Alleanza delle cooperative sociali, Cnca parlano di «attacco insensato» al welfare e di «salasso da mezzo miliardo per asl, comuni e famiglie». La Cgil parla di «mostruosità che toglie il respiro». Il cartello «Cresce il welfare, cresce l’Italia» - che raccoglie tra gli altri Fish, Anpas, Arci, Gruppo Abele, Jesuit social networ, Legacoopsociali, Uisp - conferma la protesta già indetta davanti a Palazzo Chigi per il 31 ottobre, ora carica di ulteriori motivazioni.Andrea Olivero, portavoce del Forum del terzo settore, è molto preoccupato: «Aumentare l’Iva di 6 punti sulle cooperative sociali di tipo "A" che si occupano di infanzia, anziani, assistenza domiciliare, disabilità, tossicodipendenza – dice – significa impedire la prosecuzione delle attività e minare profondamente il welfare della sussidiarietà. Massacrando un tessuto produttivo e mettendo a rischio molti posti di lavoro». E tutto per «un gettito finanziario di entità assai modesta». Per domattina è convocato il coordinamento del Forum: «Se non arriveranno risposte, assumeremo decisioni forti».Concorda Giuseppe Guerrini, presidente di Federsolidarietà e portavoce dell’Alleanza delle cooperative sociali, 9 mila cooperative, 5 milioni di utenti, 340 mila posti. «Il welfare è uno dei settori che ha fatto più sacrifici – dice – e ora dalle sforbiciate si passa a un aggravio diretto per utenti e famiglie. Si rischia il karakiri». L’aumento dell’Iva «rappresenta una falsa entrata per lo Stato, perché non ci sarà un aumento del gettito, ma meno posti negli asili, nei nidi, nelle Rsa per gli anziani, tagli all’assistenza dei disabili e domiciliare, meno ore nei centri diurni». Quando invece gli investimenti nel welfare «sono anche un volano di crescita occupazionale». Guerrini ricorda che «le Asl sono già alle prese con la riduzione del budget del 5% per il 2012 e si parla del 10% per il 2013. Si aggiunge così in modo surrettizio un ulteriore taglio perché Comuni e Asl non hanno risorse per coprire l’aumento dell’Iva. Di fatto, il taglio di servizi nel 2013 sarà complessivamente del 20»%.«L’aumento dell’Iva suona come un colpo di grazia al welfare del Paese – ragiona Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali – con un aggravio di ben 510 milioni di euro che si ripartirebbero per il 70% sulla pubblica amministrazione, cioé Asl e comuni, e per il 30% sulle famiglie. L’effetto? Una drastica riduzione dei servizi». Semplicemente «odioso», infine, il giro di vite sui permessi della legge 104, dice don Luciano Zappolini, presidente del Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza).