Attualità

La manovra. Legge di stabilità, ok alla Camera

lunedì 1 dicembre 2014

​"Le famiglie non rientrano tra le priorità dell'esecutivo,  anzi la vera priorità è smantellare l'istituto familiare per dare la precedenza all'individualismo e all'assistenzialismo". Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari commenta così la scarsa attenzione verso la famiglia del governo. All'interno della legge di stabilità molti i punti considerati critici.  "Da un lato, infatti, si nega il riconoscimento dei carichi familiari nell'assegnazione del famoso 'bonus' di 80 euro, quasi un simulacro della politica governativa, che di fatto è un'erogazione a pioggia; dall'altro, nel giro di un mese si sono snellite le procedure per il divorzio al punto da varare quello senza separazione (sempre rigorosamente, per decreto-legge e voto di fiducia) con la scusa di alleggerire il carico dei Tribunali. Nel frattempo, come se non bastasse, al Senato sta correndo il ddl sul 'divorzio brevè" argomenta Belletti. "Le poche misure familiari risultano quasi insignificanti nel complesso degli interventi e insufficienti a migliorare la situazione delle famiglie, sempre più penalizzate dalle politiche e dagli interventi dei governi degli ultimi anni, come dimostrano i più recenti studi in materia. Resta una logica di sole elargizioni di emergenza, per situazioni di bisogno oggettivamente critiche, ma sulle quali manca la continuità del sostegno e la strategia politica di vedere la famiglia come risorsa" continua Belletti. Il Forum chiede pertanto "che al Senato si possa svolgere un rinnovato e concreto dibattito sugli interventi della legge di stabilità, e soprattutto che si torni a parlare di famiglia come primario motore di sviluppo del Paese e imprescindibile fattore di coesione sociale". I TAGLI ALLE SCUOLE PARITARIE Il Consiglio nazionale della Federazione Italiana Scuole Materne (Fism) ha espresso "forte preoccupazione nei confronti del taglio di 20 milioni (10% sul totale) nel capitolo dei contributi destinati alle scuole pubbliche paritarie previsto dalla proposta di Legge di Stabilità per l'anno 2015".  "Di fronte alla dichiarazione del Governo che è stata finalmente invertita la tendenza di tagli nel settore scolastico, appare incredibile ed iniquo che questa politica dei tagli continui solo per le scuole paritarie, colpendo particolarmente le scuole dell'infanzia paritarie, autonome e comunali, che scolarizzano oltre il 40% dei bambini dai 3 ai 6 anni. Si chiede al Governo quantomeno di ripristinare la quota storica originaria nella Legge di Stabilità 2015", conclude la nota. VIA LIBERA ALLA CAMERA. La legge di stabilità supera il primo giro di boa. Dopo le fiducie ottenute sabato dal governo, la Camera ha dato domenica il suo via libera alla manovra e al ddl bilancio, passando il testimone al Senato. È a Palazzo Madama infatti che sono stati rimandati molti nodi ancora insoluti necessari per modificare e in alcuni casi migliorare il testo, già rivisto a Montecitorio.  Da oggi governo e Parlamento riprendono dunque il lavoro sugli emendamenti concentrandosi su alcuni filoni fondamentali, primo tra tutti quello fiscale. L'idea dovrebbe essere quella di intervenire sull'Irap a favore delle piccole e medie imprese, con un probabile aumento delle franchigie, e sulle partite Iva aumentando da 15 mila a 20 mila euro la soglia per accedere al regime forfettario. Ma è soprattutto a "correggere" l'aumento della tassazione sui rendimenti dei fondi pensione e sulla rivalutazione del Tfr che l'esecutivo dovrà pensare. La scelta politica non è ancora stata fatta, ma la soluzione tecnica potrebbe essere quella di portare il prelievo sulla previdenza integrativa al 17%, contro l'aumento al 20% previsto dalla prima versione della manovra (oggi è all'11,5%). Allo stesso modo potrebbe essere limitato al 20% (anziché al 26%) l'incremento per i fondi delle casse previdenziali, purché riconvertano i loro investimenti esteri su attività economiche italiane. Il passaggio al Senato potrebbe essere decisivo anche per la tassazione sulla casa, con l'introduzione della nuova local tax in cui incorporare Imu e Tasi. Anche in questo caso però le difficoltà non mancano e non è detto che le novità arrivino nei tempi della legge di stabilità. Le aliquote potrebbero essere fissate tra il 2,5 e il 5 per mille sulla prima casa e tra l'8 e il 12 per mille sulla seconda.    La partita si giocherà inoltre sui tagli alle Regioni, visto che la Camera si è impegnata solo su quelli ai Comuni. L'ammontare della spending imposta ai governatori dovrebbe rimanere a 4 miliardi, ma lo Stato potrebbe intervenire sul patto della Salute alleggerendo in qualche modo il ruolo degli enti locali. In attesa del nuovo round, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan esprime comunque la sua soddisfazione per una legge migliorata ma rispettata nel suo impianto originario. Per il ministro è ora possibile "un'inversione di tendenza" su crescita e occupazione. Considerando anche le modifiche della Camera, la manovra nel suo complesso comporterà infatti, calcola il governo, effetti espansivi sul bilancio dello Stato di circa 6,7 miliardi di euro nel 2015 e di circa 2,9 miliardi di euro nel 2016.