Attualità

L'intervento. Spot Esselunga, il Forum: giusto il punto di vista dei figli

Adriano Bordignon giovedì 28 settembre 2023

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Lo spot della catena di supermercati Esselunga, che ha come protagonista una bambina figlia di genitori separati, sta imperversando sui media non senza polemiche. Nella pubblicità si vedono una mamma e una figlia al supermercato. La bambina cerca una pesca da portare via con sé. Lo spot, in un secondo momento, ritrae la bambina a casa con la madre quando, ad un certo punto, suona il citofono: è il padre che è venuto a prendere la figlia. Saliti in auto, la bambina porta a termine il suo “piano” e regala la pesca al papà, dicendo che è un regalo della madre. Il papà risponde che la chiamerà per ringraziarla. Poco meno di un minuto di spot.

Nell’immaginario mediatico, nazionale e internazionale, la famiglia occupa da sempre uno spazio di grande rilevanza. Ciò accade perché alla famiglia vengono ricondotti simboli e atmosfere, particolarmente funzionali allo sviluppo delle strutture narrative di qualsiasi genere, televisivo piuttosto che cinematografico o teatrale.

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Se da un lato, quindi, nei media, la famiglia gode effettivamente di una costante attenzione, dall’altro lato occorre però constatare come, nella sua rappresentazione, vengano per lo più privilegiate - per le esigenze narrative che ho menzionato – situazioni disfunzionali relazionali (soprattutto nella cinematografia), modelli patinati o, come si suol dire, da “Mulino Bianco”, espressione ormai entrata nel linguaggio comune. Al netto di ogni commento polemico, questo spot comunque ha il pregio di uscire dai cliché a cui siamo abituati, sfiorando dinamiche complesse, desideri e aspettative dei figli, tentativi e fatiche delle coppie. La famiglia, i rapporti di coppia, di maternità, paternità e figliolanza rappresentano le esperienze umane che più riguardano e colorano le nostre vite e le sfumature hanno profondi significati. La famiglia oggi è il “luogo” in cui, probabilmente, il cambiamento sociale e le sfide poste dalla contemporaneità si concentrano con maggiore intensità e proprio per questo va sostenuta e rafforzata.

Ben vengano perciò rappresentazioni che illustrano una narrazione diversa sulla famiglia. Oggi in Italia, dalla fiction alla cronaca giornalistica, dai reality show al cinema, l’impronta che viene “addebitata” al contesto familiare è sempre più spesso la chiave per raccontare e spiegare soltanto conflitti, divergenze, dispute e contese tra padri, madri e figli che, purtroppo, nella maggioranza dei casi, non si ricompongono; si generano così stereotipi e banalità, personaggi che rincorrono la felicità e la propria autodeterminazione, lasciando prevalere il primato della propria libertà sugli affetti e sui legami familiari.

Questo spot, invece, ha il merito di portare un fatto nuovo nel panorama dei media: il punto di vista dei figli che, talvolta, nelle separazioni si fanno carico (non dovuto) del dolore dei genitori; ha anche il merito di raccontare una famiglia dove i legami sono intensi e il desiderio di bene è potente malgrado le complessità. Una mosca bianca nel panorama, non solo televisivo.

È giunto il momento di avviare una riflessione – culturale, politica e anche filosofica - “rinnovata” sulla famiglia, considerando, in primis, l’insieme di quelle “esternalità sociali positive”, che finiscono per determinare non solo il presente di una società, ma anche il suo futuro. La questione del benessere della famiglia, intesa come la qualità e la resilienza delle relazioni, può produrre effetti fondamentali per il Paese. Ecco perché “la pesca” di Esselunga fa bene.

Presidente del Forum delle associazioni familiari