Attualità

Covid. Via libera agli spostamenti personali. Tra le regioni e in Europa dal 3 giugno

Roberta d’Angelo venerdì 15 maggio 2020

Si chiude l’era delle autocertificazioni. Da lunedì, gli italiani potranno lasciare a casa i moduli se resteranno nelle rispettive Regioni, mentre dal 3 giugno si aprono i confini interni. Il 3 giugno l'Italia aprirà anche le frontiere anche ai Paesi Ue senza imporre la quarantena, per riagganciarsi ai percorsi turistici europei (frontiere ancora chiuse, invece, per i Paesi extra-Ue). E, se gli altri Stati avranno aperto all'Italia, si potrà tornare a viaggiare verso il resto d'Europa. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha appena firmato il decreto, approvato dal Cdm nella notte, con cui si autorizzano nuove aperture per gli esercenti e un allentamento delle misure per gli spostamenti.

Con gli italiani ormai pronti a riacquistare spazi di vita sociale, il premier ieri ha incalzato i governatori, deciso a chiudere la giornata con un’intesa sia sulla sfera dei movimenti personali sia sulla sfera delle riaperture, da lunedì, di bar, ristoranti, parrucchieri, estetiste, negozi. L'intesa è confluito in un decreto, approvato nella notte durante un lungo Consiglio dei ministri. La giornata è stata caratterizzata da un continuo tira e molla in videoconferenza tra governo e governatori. E' atteso tra oggi e domani anche un Dpcm che dettagli le misure in vigore per le persone e le imprese dal 18 maggio al 2 giugno.

In primo luogo cadono i divieti personali più pesanti, si concede di andare nelle seconde case nel territorio regionale sin da lunedì, si apre a quelle fuori Regione sicuramente dal 3 giugno, se non prima. I limiti agli spostamenti restano, nei fatti, solo a chi si trova in quarantena per disposizione delle autorità sanitarie. E martedì, per coinvolgere il Parlamento dopo le tante polemiche degli ultimi giorni, il presidente del Consiglio sarà in Senato per un’informativa sulle nuove norme che decorreranno da lunedì prossimo.

Si riparte, insomma, tra preoccupazioni e spinte per mettersi alle spalle il drammatico periodo che ha visto crollare l’economia del Paese. Emilia Romagna e Veneto tra le prime, ma a seguire anche altri territori si sono già messi in moto da giorni, determinati a farsi trovare più che pronti, se non ad anticipare, le linee tracciate dalle varie task force, dall’Istituto superiore di Sanità e dal governo.

Il decreto-legge disciplina i prossimi passi. Innanzitutto, da lunedì 18 maggio sarà di nuovo possibile per gli italiani spostarsi liberamente all'interno della propria Regione ed è consentita la riapertura a tutte le attività produttive e commerciali. Un altro "muro" sarà poi abbattuto mercoledì 3 giugno (dopo la festa della Repubblica), quando torneranno consentiti anche gli spostamenti tra Regioni diverse, salvo possibili limitazioni - specifica la bozza - "in relazione a specifiche aree del territorio nazionale. secondo principi di adeguatezza e proporzionalità al rischio epidemiologico effettivamente presente" in determinate zone particolari.

Dal 18 maggio, quindi, si potranno anche incontrare senza problemi gli amici all'interno della stessa Regione e non più solo i congiunti. Molto probabilmente, di conseguenza, non servirà più l'autocertificazione. Fino al 2 giugno, invece, vengono vietati i trasferimenti e gli spostamenti in Regioni diverse, se non per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Viene comunque consentito, così come avviene oggi, il rientro nel proprio domicilio, abitazione o residenza. La seconda casa fuori regione sarà raggiungibile solo dal 3 giugno, a meno che non ci sia una deroga che consenta di giungervi già da lunedì prossimo.

Dal 3 giugno, poi, scatta la tappa successiva: gli spostamenti sul territorio nazionale torneranno a essere consentiti, ma potranno essere limitati con provvedimenti riguardanti specifiche aree, a seconda della condizione sanitaria. Rimane il divieto assoluto di spostamenti per le persone poste in quarantena perché positive o entrate in contatto con altri contagiati. Inoltre, il sindaco di ogni città può disporre la chiusura temporanea di alcune aree pubbliche nel caso in cui non si possa garantire il rispetto delle misure di distanziamento. Ai fini del contenimento del contagio, viene avviata una procedura che prevede l'invio giornaliero di dati sanitari dalle Regioni al ministero della Salute e all'Istituto superiore di Sanità.