Attualità

Ucraina. Solidarietà a Tarquinio dopo l'attacco di Rampini in tivù

Redazione romana giovedì 31 marzo 2022

Rampini e Tarquinio a La7

«A me piace Avvenire e ho grande stima per Tarquinio». Lo ha scritto su Twitter il segretario del Pd, Enrico Letta, in riferimento a quanto avvenuto mercoledì mattina durante la trasmissione di "L’aria che tira". Parole che, insieme a quelle analoghe twittate dal vicesegretario dem Peppe Provenzano, si sommano ai tanti attestati di solidarietà giunti nelle scorse ore, attraverso i social network o in messaggi inviati al giornale, al direttore di Avvenire dopo quanto accaduto l’altro ieri nel corso del programma. Durante un acceso confronto sull’aumento delle spese militari e sul conflitto fra Russia e Ucraina, il giornalista del Corriere della Sera Federico Rampini ha attaccato Tarquinio – per il quale le sanzioni economiche «sono come bombardamenti: non piegano i regimi, ma piagano i popoli, si blocca il grano in Russia e si muore di fame in Nord Africa» – ritenendo «ignobile» il «mettere sullo stesso piano sanzioni e bombardamenti» e accusando Tarquinio di essere «uno dei tanti che lavorano per Putin».
In difesa del direttore di Avvenire si sono espressi esponenti politici di diverso orientamento – da Maurizio Acerbo, segretario del Prc, al ministro pentastellato Federico D’Incà – di rappresentanti dell’associazionismo, di personalità della cultura, dello sport e di "semplici" lettori. «Un abbraccio di solidarietà e stima» arriva dal direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, convinto che «quanto accaduto a Marco Tarquinio su La7tv dimostra il "conformismo bellico"». Per lo scrittore e tecnico sportivo Mauro Berruto, «attaccare Tarquinio dicendo che "lavora per Putin" è una delle più grandi bestialità sentite e dimostra come questa guerra stia entrando nel cervello di tanti, anche insospettabili». Secondo la senatrice Paola Binetti (Forza Italia-Udc) sono «inammissibili i toni e le parole usate» da Rampini. Mentre Angelo Bonelli, portavoce di Europa verde, stigmatizza il «brutto clima di profonda intolleranza» e l’attacco «indecente e volgare». Secondo il giornalista Riccardo Cucchi, celebre voce radiofonica, «quando si arriva ad attacchi come quelli di Rampini vuol dire che il clima di guerra è penetrato in profondità». Stima anche dall’Aiart e dal presidente dell’Ucsi Vincenzo Varagona («Siamo naturalmente al fianco» di Tarquinio) e dal coordinatore di Demos Paolo Ciani: «Se esporre tesi contro la guerra e le armi vuol dire stare con Putin, siamo davvero messi male...». Un altro attestato di solidarietà arriva dall’Anpi, secondo la quale «ormai non c’è limite al peggio comunicativo». E c’è pure chi, come la neolettrice Silvana Buonocore, dalla vicenda trae una convinzione: «Farò l’abbonamento ad Avvenire».