Attualità

Migranti. Soccorsi Ong non sono reato

Daniela Fassini mercoledì 22 marzo 2017

(Foto Msf)

Soccorrere i migranti in mare non è un reato. Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, getta acqua sul fuoco delle polemiche. Dopo le pesanti accuse di Frontex secondo cui le organizzazioni sarebbero colluse coi trafficanti, la magistratura etnea ha aperto due inchieste. Ma per il momento sono soltanto tesi investigative, non confluite in un fascicolo.

«La Convenzione di Ginevra impone di portare le persone soccorse in mare nel porto più vicino e questo non avviene – ha precisato Zuccaro, in audizione alla Commissione Schengen – ma non è una violazione penalmente perseguibile».

Il procuratore ha poi passato la palla alla politica. La magistratura applica le leggi e un’eventuale inchiesta - che al momento non c’è perché non si profila il reato - non è comunque «la soluzione al problema». Deve invece essere la politica a porsi la questione, perché, secondo il magistrato che con il suo pool sta analizzando la presenza di 13 navi di Ong attive nel Canale di Sicilia, sembra che nei soccorsi ai migranti in mare da parte loro «ci possa essere la volontà di creare corridoi sicuri». Mentre la politica discute sul da farsi, le Ong intanto salvano vite umane. «È consentito a organizzazioni private sostituirsi a forze politiche e alla volontà delle Nazioni?» si domanda Zuccaro. «Questo – ha sottolineato – è un dato oggettivo».

A Catania negli ultimi quattro mesi del 2016, ha rivelato il procuratore, il 30% dei migranti soccorsi sono arrivati con navi Ong. Nei primi mesi del 2017 siamo già al 50%. Le organizzazioni umanitarie riempiono uno spazio lasciato vuoto dalla volontà politica e dagli Stati. Secondo la Procura di Catania, inoltre, i giovani scafisti costretti a fare da "driver" a natanti carichi di migranti agiscono sotto stato di necessità «per questo non è configurabile per loro il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina».