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Migranti. Juncker: pronti a coordinare «cellula di crisi», Ue non competente sui porti

Ilaria Solaini venerdì 20 luglio 2018

La Commissione europea "è pronta a svolgere pienamente la sua funzione di coordinatrice", ha scritto il presidente dell'esecutivo comunitario, Jean-Claude Juncker, in una lettera per rispondere alla richiesta del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di creare una cellula di crisi Ue sugli sbarchi. "Non va però dimenticato che l'Ue non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da usare per gli sbarchi in seguito a un'operazione di ricerca e salvataggio in mare".

"L'Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi", e gli avvenimenti di questo fine settimana "hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo". Tuttavia "queste soluzioni ad hoc non rappresentano un modo di procedere sostenibile" ha concluso Juncker.

L'Italia chiede una "cellula di crisi" Ue sui migranti. Juncker: non possiamo coordinare i porti

Per uscire dalla gestione emergenziale e far diventare una prassi l'immediata redistribuzione dei migranti in Europa serve una "cellula di crisi" a livello Ue. La seconda lettera inviata dal premier Giuseppe Conte a Bruxelles punta a superare lo scoglio più duro: convincere istituzioni Ue e Stati membri ad erigere a sistema il modello che ha portato sei Paesi ad accogliere una quota dei 450 migranti provenienti dalla Libia poi sbarcati a Pozzallo. La Commissione europea ha aperto uno spiraglio, spiegando di condividere "il senso di urgenza dell'Italia" e annunciando che sta lavorando ad un meccanismo provvisorio da mettere in campo in tempi rapidi per coordinarsi sugli sbarchi durante l'estate, prima di arrivare ad un sistema completo comune in materia di asilo (leggi la riforma di Dublino, che attualmente scarica tutti gli oneri sui Paesi di primo approdo).

Soccorsi al largo di Pantelleria 66 tunisini

Sessantasei tunisini sono stati soccorsi a largo di Pantelleria, in provincia di Trapani, mentre si trovavano su un'imbarcazione che viaggiava verso l'isola. I migranti sono ora su due motovedette della guardia costiera e della guardia di finanza dirette al porto di Trapani.

L'approdo a Trapani è stato autorizzato dal Viminale alle 0.30 di questa notte.

La Sarost5 ancora bloccata in mare: rifiuti da Tunisia, Malta e Italia di aprire i porti

Non si è ancora risolta l'odissea della Sarost 5, la nave tunisina della società del gas Miskar, che ha salvato sabato 14 luglio e preso a bordo circa 40 migranti. Alcuni filmati girati con un cellulare mostrano le condizioni delle 40 persone a bordo bloccate a largo della Tunisia per il rifiuto della Tunisia, dell'Italia e di Malta di aprire i porti. Spossati, sopravvissuti grazie al cibo condiviso con l'equipaggio, un uovo e un pezzo di pane al giorno, attendono da oltre una settimana in mare. L'equipaggio si è privato di proprie razioni di cibo, per aiutare i migranti stessi.