Attualità

IMMIGRAZIONE. Sos sbarchi e posti in calo: sistema Cie messo alla prova

Nello Scavo mercoledì 21 agosto 2013
Tre centri chiusi su 13. Il sistema rischia il collasso. Dai 1.814 posti disponibili si è scesi a poco più di 1.500, proprio nel pieno di una delle più intense stagioni di sbarchi. Modena e Bologna sono stati svuotati per lavori di ristrutturazione nello scorso luglio. E con la chiusura le prefetture hanno anche stracciato i contratti d’appalto con la controversa cooperativa siciliana "l’Oasi".A Trapani anche il nuovo prefetto sta valutando gli esposti e gli esiti delle indagini della procura sempre sulla stessa cooperativa, con il rischio di dover rescindere il contratto e chiudere il Cie. A Isola Capo Rizzuto, nel Crotonese, la struttura è stata devastata da una violenta protesta degli immigrati, costringendo le autorità ad abbandonare il Cie in attesa di rimetterlo a nuovo. E a Gradisca d’Isonzo (Gorizia) sono gli enti locali, a partire dalla Provincia, a chiedere di riconvertire il Cie. Nella notte tra lunedì e ieri proprio a Gradisca è stata inscenata una nuova protesta e sei immigrati sono riusciti ad evadere. Tutti (tre di nazionalità tunisina, due marocchini e un siriano) hanno alle spalle condanne per spaccio di sostanze stupefacenti, furto, rapina e ricettazione. Polizia, carabinieri ed Esercito, che presidiano il perimetro interno del centro, sono riusciti a bloccare la maggior parte dei fuggitivi, ma in sei hanno raggiunto il muro di recinzione, l’hanno superato e hanno fatto perdere le loro tracce nel buio.Le forze dell’ordine hanno provato a contenere la fuga, ma le lacune della struttura, danneggiata dagli immigrati nel corso della manifestazione di protesta di sabato scorso, non hanno consentito di trattenere tutti. E – secondo quanto si è appreso – massima attenzione è stata data anche a evitare scontri violenti. Una fuga di massa è invece avvenuta a Porto Empedocle. In 200 sono fuggiti dopo essere sbarcati da unità della Guardia costiera e della Guardia di finanza che li avevano soccorsi. Molti di questi erano destinati ai "Cara", pensati per i richiedenti asilo. Neanche qui le cose vanno meglio. Quello di Mineo, nel Catanese, inizialmente aperto per duemila persone, ieri ne ospitava il doppio.Anche il sistema dei rimpatri sta manifestando crepe talmente vistose da favorire i trafficanti di uomini. A Siracusa tre egiziani sono stati fermati dal gruppo interforze per il contrasto all’immigrazione clandestina istituito presso la Procura perché ritenuti gli scafisti di un recente sbarco avvenuto sulla spiaggia di San Lorenzo, a Noto. Uno dei tre fermati, secondo quanto accertato, aveva già condotto i due barconi arrivati nel siracusano l’8 luglio e il 23 luglio scorsi. Il giovane era stato rimandato a casa dove è tornato a bordo di natanti per seguire una rotta con la quale dimostra di avere una certa dimestichezza.Un episodio giudicato assai sospetto ha coinvolto un peschereccio presumibilmente algerino che aveva le luci di segnalazione spente. Il natante è stato avvistato nel corso della notte a 3 miglia dalla costa di Capo Teulada (Cagliari) da una motovedetta della Guardia Costiera di Cagliari, mentre effettuava un servizio di pattugliamento. I militari si sono quindi avvicinati all’unità da pesca e contemporaneamente il comandante del peschereccio ha acceso le luci di bordo. Un comportamento che ha insospettito i militari della Guardia Costiera che hanno trovato a bordo due persone che hanno dichiarato di aver smarrito la rotta e, viste le spiegazioni poco convincenti, hanno deciso di fermarli.Alcune ore dopo i poliziotti di Carbonia hanno invece fermato due nordafricani, probabilmente della stessa nazionalità dei due fermati sul peschereccio, mentre i carabinieri ne hanno preso uno che vagava sulla statale 195. Secondo gli investigatori si tratta di persone che appartenevano a un gruppo più ampio, che sarebbe stato sbarcato sulle coste sarde. Il peschereccio stava poi tentando di riprendere il largo tentando di passare inosservata.