Attualità

Il popolo della Pace. Si riparte, verso Mykolaiv.«Il sogno non è finito»

Riccardo Michelucci mercoledì 24 agosto 2022

La galassia italiana del pacifismo e della non violenza si prepara a fare ritorno in Ucraina. La terza carovana della pace della rete 'Stop the war now' partirà lunedì 29 agosto, con destinazione Odessa e Mykolaiv, per portare aiuti umanitari e solidarietà alla popolazione e per tornare a chiedere la fine immediata dei bombardamenti sui civili. I partecipanti si ritroveranno lunedì all’alba a Gorizia e inizieranno una lunga traversata dell’Europa orientale a bordo di furgoni e minivan carichi di generi di prima necessità. La prima sosta è in programma dopo circa tredici ore di viaggio, nella città ucraina di Ivano Frankivs’k, dove gli attivisti pernotteranno all’interno dei locali della diocesi greco-cattolica.

L’arrivo a Odessa è previsto invece nella tarda serata di martedì 30 agosto. Il giorno successivo la carovana intende avvicinarsi ulteriormente al fronte di guerra, raggiungendo la città portuale di Mykolaiv per consegnare gli aiuti umanitari nei centri di accoglienza e incontrare le associazioni locali e le autorità civili e religiose della regione. Se la situazione lo consentirà un pezzo della carovana prevede anche di fermarsi una notte a dormire nel rifugio antiaereo allestito nei sotterranei della locale chiesa pentecostale, insieme agli abitanti che si riparano lì ogni notte. Il primo settembre il convoglio ripartirà infine alla volta di Odessa – dove sono previsti ulteriori incontri – prima di rimettersi in cammino sulla strada del ritorno in Italia. Tra i partecipanti a questa nuova carovana della pace ci sarà anche monsignor Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia. A tirare le fila del gruppo sarà come sempre l’associazione Papa Giovanni XXIII, che ha riunito all’interno della coalizione 'Stop the war now' circa 175 realtà associative religiose e laiche impegnate nella costruzione della pace in Ucraina attraverso azioni umanitarie non violente.

Le prime due carovane, arrivate a destinazione all’inizio di aprile e alla fine di giugno, hanno portato in Ucraina tonnellate di aiuti umanitari consentendo l’evacuazione di centinaia di profughi, tra cui donne, bambini, anziani e disabili. Per dare continuità ed efficacia alla sua azione, la rete pacifista ha attivato da tempo anche due presenze stabili nel Paese, una a Leopoli e una a Odessa. Nella martoriata città di Mykolaiv, sottoposta ad attacchi missilistici quotidiani da parte dell’esercito russo, è presente da circa due mesi un presidio di volontari di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII, che vive a fianco della popolazione dormendo nei rifugi e ogni giorno aiuta le persone a sopravvivere alla guerra. «Questa carovana si spingerà ancora più vicino ai fronti di guerra rispetto alle prime due – chiarisce Alberto Capannini, responsabile dell’Operazione Colomba in Ucraina – con l’obiettivo di portare nuovi aiuti, di incontrare le vittime e verificare i danni causati dai bombardamenti indiscriminati sui civili».

A Mykolaiv, una delle criticità principali resta l’accesso all’acqua perché il conflitto ha causato l’interruzione delle forniture idriche verso la città, mentre gli impianti di depurazione e dissalazione sono stati oggetto di attacchi missilistici che hanno ridotto al minimo la capacità degli abitanti di far fronte al proprio fabbisogno giornaliero. Dai rubinetti di gran parte delle abitazioni esce acqua color fango, che non può essere usata per bere, far da mangiare o lavarsi. Ogni giorno gli abitanti sono costretti a fare la fila per rifornirsi ai pochi dissalatori rimasti attivi in città, che consentono di rendere potabile l’acqua del mare. Per tamponare l’emergenza – anche in vista del prossimo inverno – le associazioni aderenti alla rete ' Stop the war now' hanno raccolto finora circa trentatremila euro per finanziare l’acquisto di due dissalatori che garantiranno gli approvvigionamenti idrici ad alcune migliaia di persone.