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Brescia / Le reazioni. Renzi: fiducia nei magistrati E la Lega scende in piazza

mercoledì 2 aprile 2014
Il mondo politico è in subbuglio per l'inchiesta di Brescia che ha portato in carcere 24 secessionisti non solo veneti. Il capo del governo, Matteo Renzi, da Londra offre la sua "piena fiducia" all'operato della magistratura e nello stesso tempo conferma di essere "sereno sulla tenuta delle istituzioni". Il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, dal canto suo, getta acqua sul fuoco. Gli elementi fin qui raccolti, dice, "non ci fanno pensare a un brodo primordiale terroristico o a una prima cellula eversiva". Zaia ha attaccato la tempistica dell'inchiesta e ha rimarcato anche come ne venga fuori "anche una storia di una caccia al passero con un carro armato: c'è uno spiegamento di forze, un'attività investigativa, un impiego di risorse pauroso rispetto al motivo del contendere". "Dai dati in nostro possesso ne vien fuori che ciò che è contestato è sostanzialmente la costruzione di un 'carro armato' e sequestro di armi che, a quello che mi risulta, sono detenute legalmente", ha aggiunto Zaia, invitando anche tutti a guardare "il consuntivo" dell'inchiesta sui fatti simili avvenuti nel 1997. Anche per il sindaco di Verona Flavio Tosi "il provvedimento della Procura di Brescia è assolutamente sproporzionato rispetto ai fatti reali. A Roma - ha afferma il leader leghista - si discute dello svuota-carceri, provvedimento che prevede l'uscita di prigione di criminali veri, mentre si arrestano persone come Franco Rocchetta, che personalmente conosco da più di 20 anni, la cui pericolosità sociale è inesistente.

Bellicoso il messaggio postato a caldo dal segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini: "Aiutano i clandestini, cancellando il reato di clandestinità, liberano migliaia di delinquenti con lo svuota-carceri, e arrestano chi vuole l'indipendenza. Siamo alla follia. Se lo Stato pensa di fare paura a qualcuno, sbaglia". Salvini ha convocato per domenica prossima a Verona alle ore 18 una manifestazione della Lega per "protestare contro gli arresti e l'indagine anti indipendentista. Pacificamente liberi. Lo Stato libera mafiosi e clandestini, e processa le idee". Si dicono preoccupati per l'arresto dei secessionisti armati i segretari generali di Cgil, Cisl e UIl del Veneto: "Non è per questa via che si dà risposta ai problemi generati dalle mancate riforme istituzionali in tema di federalismo". Negli atti dell'inchiesta emerge che i cospiratori avevano in mente azioni violente, volevano "instaurare un clima di terrore" utilizzando tra le altre attrezzature anche sei carri armati (poi ridotti a due) fabbricati artigianalmente a partire da altrettanti trattori agricoli. Un solo carro armato, la cui riconversione era iniziata nel settembre 2012, era a un buon punto di fabbricazione. L'idea era di andare a Piazza San Marco, con il trattore, maschere antigas e armi potenti, in coordinamento con movimenti secessionisti del Piemonte e della Sardegna. Uno dei responsabili del progetto avrebbe voluto addirittura munire il carro di una mitragliatrice pesante cal. 50, arma da guerra di notevolissima capacità offensiva, di fatto non reperibile sul mercato clandestino; da qui la decisione di ripiegare su progettazione e costruzione di un cannoncino realizzato ad hoc che stava quasi per ultimarsi. Il trattore è stato ritrovato in un capannone all'apparenza abbandonato nella zona industriale del piccolo comune di Casale di Scodosia, nel Padovano.