Attualità

Locri. Sequestrate due scuole abusive costruite dalla 'ndrangheta

venerdì 7 aprile 2017

Amministratori e dipendenti pubblici collusi, imprenditori compiacenti, una cosca di'ndrangheta interessata agli appalti pubblici capace, grazie ai rapporti con la pubblica amministrazione, di cedere in vendita o in locazione due immobili, destinati ad ospitare scuole, completamente abusivi. È tutto scritto nelle carte dell'inchiesta "Euro-Scuola" che ha portato stamane all'esecuzione, da parte dei Carabinieri del Gruppo di Locri, di 15 provvedimenti restrittivi tra la cittadina calabrese e Roma, nonché al sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, fra cui quelli destinati alle due scuole frequentate da oltre 800 studenti. Tra i destinatari dei provvedimenti, un avvocato, Luca Maio, 45 anni, già consigliere provinciale, finito ai domiciliari, al quale sono stati sequestrati oltre 900.000 euro, architetti, geometri ed ingegneri, tra cui Salvatore Calabrese, 85 anni (padre dell'attuale sindaco di Locri che comunque non è coinvolto nella vicenda), per il quale la Dda ha disposto l'obbligo di firma.

Dei 15 indagati, uno è stato posto in custodia cautelare in carcere, 4 agli arresti domiciliari e 10 colpiti congiuntamente dalle misure dell'obbligo di dimora e dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di concorso nei reati di truffa aggravata e continuata, abuso d'ufficio e frode nelle pubbliche forniture, delitti tutti aggravati dalla circostanza dell'agevolazione mafiosa della 'ndrina Cordì, operante a Locri e territori limitrofi.

L'operazione è stata denominata "Euro-Scuola" proprio perché ha visto concentrarsi l'impegno investigativo dei militari dell'Arma sugli appalti di svariati milioni di euro per la costruzione di un immobile totalmente abusivo, di circa 5.000 metri quadrati, sede dell'Istituto Statale d'Arte "Panetta", e per l'individuazione di un immobile da acquisire in locazione e da destinare a sede dell'Istituto Professionale Statale per l'Industria e l'Artigianato (I.P.S.I.A.), sempre a Locri. Tutte operazioni concluse per favorire personaggi legati ai Cordì, cosca protagonista tra il 1969 e 2005 in una sanguinosa faida contro i rivali Cataldo per la supremazia nel territorio. Dalle indagini sarebbe emerso come proprio i contrasti generati dai forti interessi delle due consorterie nell'affare dell'edilizia scolastica avessero rappresentato, tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005, una delle scintille che aveva fatto riaccendere la guerra di mafia a Locri con l'uccisione di Giuseppe Cataldo.

Le dichiarazioni di due pentiti, Domenico Oppedisano e Domenico Novella, in particolare, hanno evidenziato l'interessamento delle 'ndrine di Locri riguardo allo allo svolgimento di lavori pubblici tra cui quelli che hanno portato al sequestro delle scuole. L'indagine avrebbe consentito di accertare la disponibilità da parte di una serie di imprese, tra i cui soci figurano gli indagati, riconducibili ad ambienti contigui alla 'ndrina Cordì, di immobili che non potevano essere destinati a uso scolastico.

Naturalmente, chi ha gestito i progetti si è curato anche di eludere la normativa antimafia, per esempio omettendo la comunicazione alla Provincia di Reggio Calabria di atti con i quali Antonio Circosta, socio accomandatario, comunicava la modifica della compagine sociale, rappresentando falsamente la fuoriuscita dalla sua società di alcuni soci oggi indagati indagati: Antonio, Rocco, Cosimina e Lucia Maiorana, che di fatto, invece, rimanevano comunque soci della società. Tutto per consentire a persone vicine ai Cordì di percepire indebitamente, in relazione alla locazione degli immobili da parte della Provincia di Reggio Calabria, un canone di locazione assolutamente incongruo. Frode che si sarebbe ripetuta nell'esecuzione dei contratti di locazione e compravendita dell'immobile adibito a Scuola d'Arte, stipulato con la Provincia di Reggio Calabria. Tutto avveniva sotto la "regia" di Pietro Circosta e dell'avvocato Luca Maio. Quest'ultimo, nella sua qualità di consigliere della Provincia di Reggio Calabria, si sarebbe interessato agli iter amministrativi relativi agli immobili in questione.