Attualità

Stato & scuola. Istruzione, l'Italia resta fanalino di coda nella Ue

sabato 27 dicembre 2014
Non è proprio una novità, ma ogni volta che le cifre lo confermano è come ricevere un altro pugno nello stomaco. L'Italia è ultima nell'Unione Europea per spesa pubblica nell'istruzione, per la quale investe solo il 4,6% del Pil. Lo sottolinea l'Anief, Associazione nazionale insegnanti e formatori, evidenziando il dato contenuto nell'Annuario statistico pubblicato dall'Istat nei giorni scorsi. Se in valori assoluti, è la Danimarca a investire più risorse nel sistema educativo, fanno meglio meglio di noi, secondo quanto riporta l'associazione, anche Paesi come il Regno Unito (6,4%), Paesi Bassi (6,2%), Francia (6,1%), Portogallo e Spagna (5,5%), Germania (5,1%). Usciamo sconfitti anche dal confronto con Stati Uniti (6,9%), Australia (5,8%) e Giappone (5,1%). Il risultato del basso investimento dell'Italia "si traduce in un deludente tasso di scolarità dei giovani di 15-19 anni e in un modesto conseguimento di diplomi di maturità e di laurea". Ad avviso di Marcello Pacifico, presidente dell'Anief e segretario dell'associazione dei dirigenti scolastici Confedir, "tutti i Governi dei Paesi moderni hanno compreso che un giovane ben formato è una risorsa in più, anche per rilanciare lo sviluppo economico nazionale: da noi gli ultimi anni invece sono stati contrassegnati dai tagli". "E ancora non si volta pagina: nella Legge di Stabilità approvata a ridosso di Natale sono state cancellate le supplenze brevi e gli esoneri dei vice-presidi, oltre alla mancata stabilizzazione dei 100mila docenti precari abilitati dopo il 2011", conclude Pacifico. Il confronto diventa "ancora più vistoso - prosegue l'Anief - se si guarda al 'Tasso di scolarità dei giovani di 15-19 anni" per il quale l'Istat rileva che da noi è inferiore alla maggior parte degli altri Paesi europei, e che tra il 2011 e il 2012 in Italia è calato passando dall'81,3% all'81%". "In Germania - prosegue l'Anief - la frequenza scolastica nella stessa fascia di età è superiore al 90%: in altri Paesi, come Belgio, Irlanda e Paesi Bassi si attesta attorno al 93-94%". Per l'Anief, "non ci si può meravigliare, se da noi il tasso di conseguimento della maturità superiore e del diploma di laurea è fermo al 79% e al 32%. In Danimarca arriva al diploma il 90% e alla laurea il 50%. Se si guarda solo al conseguimento della maturità, la Finlandia riesce nel 96%. Germania, Regno Unito e Paesi Bassi tra il 92% e il 95%". Secondo Pacifico, "questi dati confermano che investire nella formazione, nella scuola e nell'università non va considerata una spesa, ma un saggio investimento: perché un giovane preparato è una risorsa in più, anche per rilanciare lo sviluppo economico del Paese".