Attualità

L'iniziativa. In campo con la sciarpa della solidarietà

Alberto Caprotti lunedì 9 novembre 2015
​Si chiamano Gianni, Luca e Andrea. Sono tre giovani di una certa età, tre professionisti affermati che in comune hanno dei figli da crescere. E un’idea, nata da quel bisogno di fare qualcosa di bello per gli altri che prima o poi nella vita sboccia nel cuore di molti. Così pensano alla preghiera più bella e universale che esista, il Padre Nostro, la fanno tradurre in dieci lingue diverse: dall’aramaico – l’idioma con cui Gesù per primo l’ha diffusa – al latino, dall’arabo, all’ebraico, al russo, e altre ancora. Quella preghiera, intesa come un messaggio destinato a tutti coloro che confidano nella tolleranza e nell’amore per il prossimo, l’hanno fatta stampare su una sciarpa. Che il tecnico dell’Inter, Roberto Mancini, ha indossato domenica in campo a Torino, lodando l’iniziativa ed appoggiandola di persona. La società che produce queste sciarpe della solidarietà si chiama TOTUS TUUS, nel nome del motto apostolico di Giovanni Paolo. «Il 50% dell’utile ricavato dalla vendita - dicono i tre soci fondatori - sarà devoluto al Le Créche di Betlemme, un piccolo orfanotrofio in Terra Santa, un angolo di Paradiso, dove poche suore cattoliche, su suolo ebraico, aiutano a nascere e accudiscono bambini rifiutati da ogni credo religioso, venuti al mondo con lo stesso diritto alla felicità di ogni altro bambino del mondo. L’utile residuo verrà reinvestito nella produzione di nuove sciarpe o altri oggetti similari, con la finalità di far vivere a lungo questo progetto, questa speranza». Le indicazioni dell’iniziativa sono reperibili sul sito totus-tuus.net, insieme ad uno slogan: «Aiutaci ad aiutare, perché chi non ha nulla non pretende e non si aspetta nulla, ma ha bisogno di tutto». La bontà, alla fine, è l’unico investimento che non fallirà mai.