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L'intervista. Schifani: «La proposta D'Attorre ingenera il caos »

Angelo Picariello martedì 4 marzo 2014
Quella di abolire l’articolo 2 dell’Italicum e cancellare dalla legge elettorale le norme relative al Senato è una proposta che, al di là delle intenzioni, «rischia di ingenerare il caos». Renato Schifani, presidente del Nuovo Centrodestra avverte: «Niente aut aut, la durata del governo non la decide certo chi non vota la fiducia».Perché non va la proposta D’Attorre?Non va perché può favorire, da parte di chi pensasse di fare il pieno dei voti alla Camera, la tentazione di andare al voto anticipato prima che venga chiuso il percorso riformatore che deve comportare insieme alla riforma elettorale anche quella costituzionale per il superamento del bicameralismo perfetto. Che scenario si presenterebbe?Intervenendo solo sulla Camera in caso di chiusura anticipata della legislatura, il voto del Senato avverrebbe con il cosiddetto Consultellum, ossia il sistema attuale emendato dai rilievi della Consulta, mentre alla Camera si voterebbe con la nuova legge, senza peraltro intervenire sul bicameralismo perfetto che tutti, almeno a parole, oggi dicono di voler superare.E il cosiddetto lodo "Lauricella"?Per dare risposta al problema politico che abbiamo posto, evitare cioè scorciatoie che portino al voto prima di completare le riforme, l’unica soluzione è quella di prevedere l’entrata in vigore della legge elettorale solo dopo aver realizzato la riforma del  Senato.Su Palazzo Madama avete idee diverse da Renzi...Anche noi prevediamo un Senato che non comporti costi. Ma la nostra proposta prevede componenti eletti, espressione delle Regioni in proporzione alla popolazione, riducendo di pari numero i rappresentanti dei consigli regionali. I sindaci rappresentanti delle autonomie nominati senatori, come nella proposta Renzi, rischiano invece di non far bene né l’una né l’altra funzione. Lui che è sindaco converrà.Ma i senatori voteranno la loro "soppressione"?Con questa conformazione il Senato non perde prestigio né caratteristica di elettività. A pari riduzione dei costi perde solo il potere di dare la fiducia, ma ne acquisisce altri. E su questa impostazione i senatori potranno dare una valutazione favorevole.Brunetta avverte: l’accordo non si tocca e senza legge elettorale il governo non dura.Brunetta non decide né la nascita né la fine del governo. Quanto alle riforme, non si fanno con gli aut aut, ma con la ragione, anche per non creare nuovi rischi di costituzionalità.Anche D’Alimonte che ha molto contribuito ad esso dice che l’Italicum si può rivedere...Equiparare le soglie fra partiti apparentati è una misura di equità. Ma occorre intervenire anche su altre criticità. Il rischio di dare a un partito del 22 per cento la maggioranza dei seggi va scongiurato, recuperando almeno il "miglior perdente".E le preferenze?Non rinunciamo a questa nostra battaglia. Non faremo mancare il nostro voto, ma attenzione, non è il Ncd che le chiede, è il Paese, e se non sbaglio anche nel Pd fino a qualche mese fa molti le invocavano a gran voce.