Attualità

TARANTO. Omicidio Sarah Scazzi, rinviate a giudizio Sabrina Misseri e Cosima Serrano

lunedì 21 novembre 2011
Cosima Serrano e la figlia Sabrina rinviate a giudizio con altre sette persone dinanzi alla Corte di Assise di Taranto a partire dal 10 gennaio 2012, un imputato prosciolto e altri tre assolti, questi ultimi tutti avvocati che avevano chiesto di essere giudicati con rito abbreviato: è la decisione presa dal gup del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere al termine dell'udienza preliminare per l'uccisione di Sarah Scazzi, compiuta ad Avetrana (Taranto) il 26 agosto 2010. Una decisione giunta dopo 12 udienze a porte chiuse, dal 29 agosto scorso ad oggi. Nessuna modifica nei capi d'accusa rispetto alla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, a cominciare dai tre principali imputati. Cosima Serrano e sua figlia Sabrina Misseri compariranno dinanzi alla Corte per rispondere, in concorso, di omicidio volontario, sequestro di persona, soppressione di cadavere e furto aggravato del telefonino di Sarah. Per Sabrina anche l'accusa di calunnia nei confronti della ex badante di casa Scazzi, la romena Maria Ecaterina Pantir. Sulle spalle di Michele Misseri, marito di Cosima e protagonista principale dell'inchiesta, restano le accuse di concorso in soppressione di cadavere, furto aggravato e danneggiamento, seguito da incendio, degli effetti personali di Sarah. Il cerchio attorno al "gruppo di famiglia" inquisito si chiude con il rinvio a giudizio di Cosimo Cosma e Carmine Misseri, nipote e fratello di Michele, accusati di concorso in soppressione di cadavere.Tre degli altri quattro imputati che saranno giudicati dalla Corte di Assise sono accusati invece di favoreggiamento personale. Sono Antonio Colazzo, Cosima Prudenzano e Giuseppe Nigro, rispettivamente cognato, suocera e amico di Giovanni Buccolieri, il fioraio di Avetrana che raccontò agli inquirenti di aver visto il 26 agosto 2010 Cosima in strada intimare a Sarah di salire a bordo della sua auto, salvo cambiare versione due giorni dopo dicendo che si era trattato di un sogno. Per questo motivo Buccolieri e altre due persone sono indagati per false informazioni al pm: la loro posizione è stata già stralciata da tempo, in attesa dell'esito del processo di primo grado per l'omicidio. A giudizio è stato rinviato anche l'avv. Vito Russo, ex legale di Sabrina, per due delle quattro imputazioni contestategli dalla Procura: per un episodio di tentativo di favoreggiamento personale e per intralcio alla giustizia. Il legale è stato invece prosciolto dalle accuse di concorso in un altro tentativo di favoreggiamento personale e di soppressione di atti veri.Non ci sarà processo per Anna Scredo, cognata di Buccolieri e moglie di Colazzo, accusata di favoreggiamento personale, per la quale il gup ha disposto il "non luogo a procedere" . Tutti assolti, perché "il fatto non sussiste", i tre avvocati giudicati con rito abbreviato. Sono Emilia Velletri, ex legale di Sabrina, che era imputata di concorso in soppressione di atti veri, Gianluca Mongelli (tentativo di favoreggiamento personale in concorso con Russo) e Francesco De Cristofaro, già difensore di Michele Misseri, accusato di infedele patrocinio.All'uscita dal Palazzo di giustizia, dopo che il gup aveva letto in aula decreto di rinvio a giudizio e sentenza per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato, a tenere la scena è stato ancora Michele Misseri. "Me l'aspettavo - ha detto ai microfoni affiancato dal suo legale, Armando Amendolito, riferendosi al rinvio a giudizio di moglie e figlia - ma il colpevole sono io", ribadendo l'autoaccusa sostenuta ormai da diversi mesi.Intanto il gup ha rigettato la richiesta di revocargli l'obbligo giornaliero di firma dai carabinieri al quale è sottoposto. Dai difensori degli imputati finiti sotto processo quasi unanime il commento che la decisione del gup era quasi annunciata, specie dopo il rigetto dell'istanza di scarcerazione presentata dai legali di Cosima e Sabrina.Domani nuova battaglia legale dinanzi al Tribunale del Riesame dopo l'annullamento con rinvio, deciso dalla Cassazione, dell'ordinanza di custodia cautelare emessa il 26 maggio scorso nei confronti delle due donne, le sole ancora detenute. La Procura ha depositato una memoria di 71 pagine. Ma gli sguardi sono puntati ormai alla data del 10 gennaio 2012.