Attualità

Emergenza carceri. Scarcerati tremila detenuti. «Ma non è indulto»

Luca Liverani mercoledì 18 dicembre 2013
Sul sovraffollamento delle carceri e la durata interminabile dei processi civili il governo si muove. Il Consiglio dei ministri ha approvato due provvedimenti: il primo è un disegno di legge di riforma per velocizzare il processo civile; il secondo è un decreto legge che agisce su più fronti per ridurre la presenza nelle celle di tossicodipendenti e stranieri, ampliare l’uso del braccialetto elettronico e la scarcerazione anticipata, e istituire il Garante nazionale dei detenuti. Rinviato a gennaio invece il disegno di legge di riforma del processo penale. E sulla riforma della custodia cautelare, il governo si affida al Parlamento. Nei prossimi mesi potrebbero uscire 1.700 detenuti, in tutto 3mila in due anni.Il decreto sulle carceri, dice il premier Enrico Letta, «è una prima importante risposta alla lettera-appello del capo dello Stato al Parlamento» e per «evitare interventi sanzionatori da organismi sovranazionali». E a chi paventa criminali in libera uscita, Letta assicura che «non ci sono in nessun modo elementi di pericolosità per i cittadini». «Inutile parlare di indulto o indultino – gli fa eco Cancellieri – perché non c’è nulla di automatico» e «tutto è affidato al giudice». Così pure la scarcerazione anticipata, incentivata, che «non introduce nessun automatismo». Per garantire il rispetto degli arresti domiciliari il governo vuole ampliare l’uso del braccialetto elettronico. Annamaria Cancellieri spiega che «per i piccoli spacciatori l’istituzione del reato di spaccio lieve consente il recupero dei tossicodipendenti nelle comunità». Interventi anche per i detenuti stranieri: più espulsioni per i condannati non Ue (a luglio erano 18 mila su quasi 23 mila) e identificazione in carcere per gli irregolari che delinquono, per evitare un ulteriore - assurdo - passaggio a fine pena nei Cie. Poi c’è la scarcerazione anticipata: «Consentirà la liberazione di circa 1.700 detenuti», calcola il ministro della Giustizia. Sulla stima di 3mila detenuti fuori in due anni dice poi che «i numeri dipendono da molte cose e sui tossicodipendenti potrebbero essere anche più alti, ma credo che rispetteremo quest’obiettivo». Il decreto istituisce poi il «garante nazionale dei diritti dei detenuti e dei soggetti sottoposti a misure restrittive».Sulla riforma della custodia cautelare, essenziale per prevenire il sovraffollamento, il governo passa la palla: «Abbiamo deciso – spiega il presidente del Consiglio – di rifarci al testo parlamentare discusso e già avviato a votazione in Aula». Poi c’è il pacchetto sulla giustizia civile, spiega Letta, che serve a «smaltire l’arretrato, a rendere più veloce il processo». Cancellieri spiega che «in alcune cause semplici il giudice potrà passare a una formula che consentirà una riduzione del processo da tre anni a un anno». Tra le novità, la «sentenza per relazione», che eviterà centinaia di pagine di motivazioni. «In alcuni casi sarà possibile per il giudice decidere il processo già sulla base della consulenza tecnica», come nei contenziosi per incidenti stradali. Gli atti poi «potranno essere autenticati dal difensore. E nelle cause di cui è evidente la temerarietà ci sarà una responsabilità in solido del difensore per disincentivare questa pratica». Sui beni pignorati e il recupero, «gli ufficiali giudiziari potranno accedere a una banca dati che darà più sicurezza a chi deve essere rinfrancato delle perdite». Per le piccole imprese che danno in garanzia i macchinari ci sarà la possibilità di continuare l’attività per evitare situazioni che spesso portavano alla rovina. Misure più stringenti anche a tutela del creditore.