Attualità

IMMIGRAZIONE. Catania, lutto cittadino per i sei migranti morti

sabato 10 agosto 2013

Sarà lutto cittadino a Catania, mercoledì prossimo, in segno di cordoglio per la morte di sei migranti annegati nel mare antistante la spiaggia della Plaia. Il Comune ha poi annunciato che si farà carico delle funzioni funebri e delle esequie. È l'ennesima tragedia dell'immigrazione quella che si è consumata all'alba di sabato mattina quando un peschereccio con a bordo 100 migranti (di origine siriana ed egiziana) è andatao a incagliarsi sul fondale di fronte alla spiaggia, a 15 metri dalla riva.Erano convinti di avercela fatta, di essere ormai in salvo. E così un gruppetto di uomini e ragazzi si è buttato in mare, convinti di toccare il fondo e di poter raggiungere la riva “a piedi”. Ma sono stati traditi da un canale, profondo alcuni metri, che si trova a poca distanza dalla battigia. Sei persone, tra cui un ragazzino dall'apparente età di 15-16 anni, sono morte affogate. A pochi metri dalla salvezza.«Il natante - ha spiegato il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi- si è arenato su una secca: i migranti hanno pensato che si toccasse, sono scesi dalla barca e invece sono annegati perchè l'acqua all'improvviso diventa profonda».  Sono una ventina i migranti che sono riusciti ad arrivare vivi sulla spiaggia, gli altri sono rimasti sul natante. I primi a dare l'allarme sono stati i gestori del lido Verde. Sulla battigia c'erano già due corpi, altri quattro sono stati recuperati da vigili del fuoco e capitaneria di porto in mare.I 94 superstiti sono stati soccorsi e portati nei centri di prima accoglienza. Tra di loro ci sarebbero anche cinque donne, una delle quali incinta, e 55 minorenni, dei quali 17 non accompagnati. Gli investigatori, vista la piccola stazza dell'imbarcazione, non escludono che i migranti siano stati lasciati al largo della Sicilia da una “nave madre”. Sulla morte dei sei naufraghi e sullo sbarco la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta, delegando polizia e carabinieri. Migrantes: costruire nuove misure di protezione Davanti all'immagine tragica dei 6 cadaveri di immigrati sulla spiaggia di Catania, ½ritornano con forza le parole pronunciate da Papa Francesco a Lampedusa perchè questi fatti non siano dimenticati a causa dell' indifferenza e invitino invitino a costruire nuove misure di protezione internazionali e di cittadinanza globale». Lo afferma monsignor Giancarlo Perego, il direttore della Fondazione Migrantes, promossa dalla Cei.