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Diciotti. Salvini indagato stempera con i pm: li rispetto ma non sono un sequestratore

Giampiero Bernardini venerdì 7 settembre 2018

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini in diretta su Facebook (Ansa)

La notte deve aver portato consiglio. E magari anche il confronto sia interno al governo sia con le alte cariche istituzionali. Sta di fatto che Matteo Salvini, arrivando stamattina a Cernobbio per il Forum Ambrosetti, stempera decisamente i toni con i magistrati di Palermo che indagano su di lui per sequestro aggravato di persona nell'ambito della vicenda della nave Diciotti. "Non c'è nessun golpe giudiziario - chiarisce il ministro dell'Interno -, ci sono delle inchieste e io spero che facciano bene e in fretta. Rispetto il lavoro di tutti, non mi tolgono il sonno e vado avanti a lavorare per fare quello che gli italiani mi chiedono. Sono disposto ad andare a piedi a Palermo a spiegare quello che ho fatto". Allo stesso tempo Salvini non fa un passo indietro circa la sua linea sull'immigrazione: "Non sono un sequestratore, questa cosa fa ridere. Sono disposto a prendere altri 15 capi d'imputazione".

La retromarcia di Salvini fa tirare un sospiro di sollievo agli alleati M5s, che temono il divampare nel governo di uno scontro istituzionale con la magistratura: "Da Salvini parole di rispetto, non esistono toghe di destra e di sinistra", commenta il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede. Mentre il leader 5s Luigi Di Maio rivendica di aver chiamato ieri Salvini per indurlo a più miti consigli.

La cronaca di ieri: l'avviso di garanzia aperto in diretta Facebook, le accuse ai pm e la risposte delle toghe: toni eversivi.

Gli atti relativi all'indagine sulla vicenda degli immigrati bloccati sulla nave Diciotti per giorni sono arrivati al Tribunale dei ministri di Palermo. Come di prassi l'avvio della procedura che coinvolge il ministro dell'Interno, e lo vede iscritto al registro degli indagati, è stata comunicata all'interessato Matteo Salvini. E questi ha realizzato un mix tra spettacolo e comizio in diretta su Facebook. È successo oggi pomeriggio verso le 18.

Dopo che i carabinieri gli hanno consegnato la lettera con l'avviso previsto dalla legge costituzionale 1/1989, Salvini ha aperto la busta in diretta, leggendo quanto scritto agli italiani collegati, circa 25mila, e chiamando gli elettori a essere in qualche modo corresponsabili del suo agire, in quanto "eletto dal popolo". Prima però ha chiamato a raccolta i suoi sui social: "Mi è appena arrivata al Ministero una busta chiusa dal Tribunale di Palermo. Chissà per cosa sarò indagato oggi. Che dite la apriamo insieme?", ha scritto annunciando la diretta.

Inizia quindi su Facebook: "Mi è appena arrivata al Ministero una busta chiusa dal Tribunale di Palermo", puntando il dito contro la magistratura anche per i soldi sequestrati alla Lega per la vicenda della truffa che ha visto le condanne di Bossi e Belsito: "C'è poi l'altra sentenza in cui mi sequestrano soldi che non ci sono per fatti avvenuti molti anni fa... mi viene il sospetto che qualcuno che ha voglia di fermare Salvini, la Lega e la voglia di il cambiamento del popolo italiano. Non ci fermeranno".

Viene letto il contenuto, in cui Salvini viene informato che si sta procedendo ad "indagini preliminari" nei suoi confronti per il reato "commesso fino al 25 agosto 2018". "Dovrebbe essere il sequestro di persona aggravato dal fatto che io sia un pubblico ufficiale - dice -, dal fatto che ci fossero dei minori a bordo e dal fatto che si sia protratto per diversi giorni. Sono almeno 15 anni, a cui si bisogna aggiungere le aggravanti".

Quindi attacca: "Al momento sono in diretta con me su Facebook 25 mila persone: una piccola parte so che sta tifando perché mi mettano in gabbia, perché, dicono, 'è un aguzzino, razzista e delinquente'; ma so che molti sanno che faccio quello che voi mi chiedete di fare: aprendo le porte solo alle persone perbene".

"Sui 100 immigrati che avrei sequestrato, pare che 75 siano spariti - prosegue, sorvolando sul fatto che i migranti non erano sottoposti a nessuna restrizione di legge, altrimenti la responsabilità della "fuga" sarebbe stata proprio del Viminale, e che proprio oggi 16 di loro una volta rintracciati sono stati rilasciati -. A fronte dell'accoglienza che è stata loro garantita hanno risposto sparendo, non si sono fatti identificare. Io vorrei sapere dai Saviano, Renzi, Gad Lerner, Santoro cosa ne pensano. Ringrazio i 3 milioni di amici che mi stanno dicendo 'non mollare, tieni duro'".

"Grazie ai magistrati, grazie al procuratore di Genova, grazie a tutti: mi date solo più forza - ha continuato tornando a prendere di mira la magistratura e a mescolare le vicende della truffa e quella dei migranti -. Sono pronto ad andare dai magistrati domani, a farmi ascoltare: mi costituisco. Mi accusano di sequestro di persona e i migranti in gran parte si sono dileguati. Sono preoccupato? No. Né per questa vicenda né per quella di Genova e non mi ritengo né un sequestratore né un'eversore". E con piglio: "Non mollo, finché me lo chiedono gli italiani", ha aggiunto. "E se domani in Italia dovesse arrivare un'altra nave di clandestini, in Italia non sbarca".

"Questo ministro - ha aggiunto rivolto a chi era collegato con la diretta facebook, dimentico della separazione tra magistratura ed esecutivo e definendo gli elettori complici - è stato eletto da voi, cioè a questo ministro voi avete chiesto di controllare i confini, di controllare i porti, di limitare gli sbarchi, di espellere i clandestini: me lo avete chiesto voi, quindi vi ritengo amici e complici, altri non sono eletti da nessuno e non devono rispondere a nessuno".

La lettera ricevuta dal ministro Salvini (Ansa) - ANSA

Più tardi il Viminale ha fatto sapere che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, intende avvalersi della difesa dell'Avvocatura dello Stato. I giudici del Tribunale dei ministri hanno tre mesi per l'indagine e decidere se procedere o no secondo i termini di legge. Nel caso si decida di andare avanti dovrà essere chiesta al Senato l'autorizzazione a procedere nei confronti del ministro. In ogni caso dei reati ipotizzati nelle scorse settimane a carico del ministro resta solo quello di sequestro di persona aggravato (vedi la lettera qui sopra).

Le reazioni

Diverse le reazioni, anche molto dure. Come quella dell'Anm, Associazione nazionale magistrati: "Le dichiarazioni di oggi del Ministro dell'Interno, intervenute dopo la notifica degli atti da parte della Procura di Palermo in merito alla vicenda della nave Diciotti, rappresentano un chiaro stravolgimento dei principi costituzionali, che assegnano alla magistratura il compito e il dovere di svolgere indagini ed accertamenti nei confronti di tutti, anche nei confronti di chi è titolare di cariche elettive o istituzionali"

"Sono sconcertato dal livello di conflitto che si vuole sollecitare con queste dichiarazioni, mai così elevato nella storia del Paese. Tornare a proporre il golpe giudiziario è fuori dalla ragionevolezza e dalla realtà" . Il pm romano Eugenio Albamonte, ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati, in un'intervista all'Ansa non nasconde la sua preoccupazioni per le parole usate da Matteo Salvini nei confronti della magistratura. Perchè così si torna a "meccanismi di delegittimazione da cui pensavamo di essere usciti". "Non c'è un attacco della magistratura alla politica e non c'è chi vuole sovvertire il risultato delle elezioni", assicura Albamonte, che è allarmato soprattutto dalle conseguenze delle dichiarazioni del leader della Lega: l'effetto è il "discredito
delle istituzioni e la sfiducia dei cittadini nella giustizia e nella politica", avverte. Per questo fa un appello rivolgendosi direttamente al vice premier: "bisogna che tutti abbassino i toni".

Ma le agenzie anche le perplessità del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: "Il ministro può ritenere che un magistrato sbagli ma rievocare toghe di destra e di sinistra è fuori dal tempo. Non credo che Salvini abbia nostalgia di quando la Lega governava con Berlusconi. Chi sta scrivendo il cambiamento non può pensare di far ritornare l'Italia nella Seconda Repubblica".

Anche dall'opposizione arrivano commenti severi.

"Le dichiarazioni di Salvini di oggi in cui vanta una sorta di superiorità rispetto alla magistratura e agli altri organi dello Stato per il fatto di essere eletto sono farneticanti ed eversive. Il ministro degli interni che sostiene che gli eletti siano al di sopra della legge mentre si presenta il decreto anticorruzione è davvero preoccupante è la dice lunga sulla confusione che regna nel governo". Lo scrive su Facebook il senatore Franco Mirabelli, vicepresidente del gruppo Pd al Senato.

"Le dichiarazioni del ministro dell'interno Salvini sono farneticanti. Come al solito mi tira in ballo e cerca di fare la vittima ma l'idea che chi è stato eletto parlamentare o siede al Governo possa violare tranquillamente la legge è aberrante". Così Matteo Renzi su Fb. "E attenzione: Salvini butta tutto sulla questione immigrazione per un preciso calcolo politico. Lui sa che la Lega deve restituire 49 milioni. Sa che c'è una sentenza. E sa che gli italiani non perdonano chi ruba i propri soldi. Quindi prova a diventare un martire e cerca lo scontro coi magistrati".

"In pratica quelli che si scagliavano contro le immunità parlamentari sono alleati con il ministro che vorrebbe che la magistratura perseguisse solo gli italiani che non prendono voti alle elezioni. #Salvini straparla ed i 5 stelle sono muti". Lo scrive su Twitter il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

"Matteo Salvini continua a credersi al di sopra della legge, ma la sospensione delle leggi per chi è stato eletto si chiama dittatura. Il ministro dell'Interno deve accettare il fatto di essere indagato: spetta ai giudici fare chiarezza, non può appellarsi al consenso popolare come continua a fare. In una democrazia esistono pesi e contrappesi: dovrebbe saperlo visto che ha giurato sulla Costituzione". Lo dichiarano la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, e Andrea Maestri, della segreteria nazionale dello stesso partito, commentando le dichiarazioni rese sui social da Salvini contro i magistrati.