Attualità

Norcia. «Qui salvarono mio padre in guerra». E dona borse di studio ai terremotati

Viviana Daloiso mercoledì 8 novembre 2017

La mappa dei luoghi in cui i soldati britannici trovarono rifugio durante la loro fuga dopo la firma dell'armistizio del 1943, così come la presenta l'associazione Monte San Martino Trust sul suo sito

Febbraio del 1944. L’Europa è sconvolta dall’orrore della Seconda Guerra Mondiale. Un soldato inglese, Leslie Young, prigioniero dei fascisti a Fontanellato, vicino Parma, riesce a scappare. Segue i sentieri nei campi, nei boschi, arriva alle montagne e giù, giù, in un cammino disperato alla ricerca dei commilitoni. Lungo il percorso viene aiutato dalla povera gente dei piccoli paesi dell’Appennino, finché stremato dal freddo e dalla fame arriva ad Ancarano, vicino Norcia.

È lì che lo accolgono, lo nascondono, lo curano. Ed è ad Ancarano, semidistrutta dal terremoto dell’anno scorso, che qualche giorno fa s’è presentata una coppia di signori distinti, con un italiano zoppicante e un volantino da appendere sulla facciata della chiesetta di Sant’Antonio. «Mi chiamo Nicholas Young, sono venuto per saldare un debito». Nick è il figlio di quel soldato ed è partito da Londra alla volta dell’Umbria per dare aiuto ai nipoti di chi, ormai più di settant’anni fa, aiutò suo papà. Vorrebbe offrire delle borse di studio per i ragazzi tra 18 e 25 anni, permettere loro di studiare l’inglese a Oxford: un sogno che si avvera (gratis) per chi non ha più casa, scuola e pensa di non avere nemmeno più futuro.

Nick ha lasciato i suoi contatti e ora aspetta di essere chiamato: « Senza l’aiuto ricevuto qui, mio padre non ce l’avrebbe mai fatta». Già, perché il soldato Leslie da Ancarano raggiunse Anzio, dove si unì all’armata britannica per poi tornare a casa sano e salvo. «Una porta aperta mi ha salvato la vita» ripeteva sempre a suo figlio. Oggi ne apre una lui.

Debito saldato

Nicholas Young è a capo di un’associazione, la Monte San Martino Trust, nata nel 1989 con l’intento di aiutare proprio le popolazioni italiane che ospitarono i militari britannici in fuga durante la guerra. A fondarla, e chiamarla così, fu il signor James Keith Killby che trovò rifugio nel paese di San Martino di Macerata: una signora in particolare, Maria Livi, gli offrì una minestra calda e un sorriso in un momento di sconforto. Negli anni Sessanta tornò in Italia per ringraziarla. La gratitudine diventò impegno: sono molti i ragazzi a cui sono già state offerte borse di studio e soggiorni in Inghilterra (>> leggi tutte le storie sulla versione inglese del sito dell'associazione).