Attualità

LA STRATEGIA DEL PREMIER. «Voglio al mio fianco i riformisti di Pd e Pdl»

Marco Iasevoli giovedì 20 dicembre 2012
​Nell’appartamento privato che ha ospitato i vertici ABC, davanti allo stesso caminetto, Monti incontra di buon mattino Pier Ferdinando Casini, Andrea Riccardi e Luca di Montezemolo, l’ossatura del cartello elettorale che avrà - con molte probabilità - il premier come leader. Un’ora e un quarto di scambio fitto, in cui si gira ancora al largo dalle questioni concrete. Eccetto che in un punto, esplicitato dal premier con chiarezza: «Voglio i riformisti del Pdl, e anche quelli del Pd. All’interno del campo europeista non ci debbono essere preclusioni e pregiudizi. E nei partiti c’è chi ha sostenuto convintamente il nostro governo...». Un messaggio diretto a chi pone veti contro i montiani tentati dall’addio a Berlusconi, ma anche una scialuppa lanciata a chi rischia di restare tramortito dalle primarie democratiche, dal listino di Bersani e dalla golden share di Vendola sul centrosinistra.Per il resto, Monti non ha girato le carte. Anche perché era atteso da un incontro istituzionale importante con l’Unione delle comunità ebraiche («I rapporti Italia-Israele sono eccellenti», ha detto il professore, con l’intento di smentire un raffreddamento delle relazioni dopo il voto pro-Palestina all’Onu). Inutile dunque il forcing di Casini (accompagnato da Cesa), Riccardi e Montezemolo: «Noi preferiremmo una federazione di liste, tu che dici?». Nessuna risposta certa, solo un «ci sto pensando». E ancora: «Hai deciso se essere capo della coalizione o darci un’investitura indiretta?». Ma il premier ha chiesto altre 48 ore di riflessione: «Sabato o domenica scioglierò le riserve, non vi terrò ancora sospesi...».Il premier, nel primo vertice "ufficiale" da politico, oltre ad ascoltare molto ha anche steso una vera e propria road map. Sabato le dimissioni al Colle, poi, nella stessa giornata, o al massimo domenica, la conferenza stampa di fine anno che si sarebbe dovuta tenere domani, ma che è stata rinviata per colpa dei ritardi nell’approvazione del ddl stabilità. Agli italiani Monti presenterà un «piano di riforme» realizzato con il contributo dei ministri uscenti, e concluderà con un appello: «Le forze politiche e della società civile che vogliono sottoscriverlo sono liberi di farlo». Sarà questo l’ultima chiamata ai montiani del Pdl e del Pd.Concluso il vertice a Palazzo Chigi, Casini si presenta con un ampio sorriso ai giornalisti che lo aspettano alla Camera: «In cuor suo il premier ha deciso, non è indeciso ma rispetta le regole». Poi parole da piena campagna elettorale: «Monti è l’unica scelta seria, il resto sono buffonate o incognite». Insomma, la sensazione è che il premier ci sarà da protagonista. E la conferma arriva nel pomeriggio dal ministro Riccardi (il quale, tra l’altro, dichiara di non candidarsi): «Il professore non vuole lasciare il lavoro incompiuto, pagherebbero solo i poveracci. E il nuovo centro non sarà l’aiutino di nessuno. Corriamo per vincere, siamo alternativi alla sinistra».