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INCHIESTA. «Ruby-gate», nuove accuse I legali: «Infondate e sospette»

Nello Scavo giovedì 14 aprile 2011
«Sono importanti per chiari­re il contesto». Così i pm di Milano giudicano le due nuove testimonianze raccolte nell’in­chiesta sul 'Ruby-gate'. Protagoniste sono Chiara Danese e Am­bra Battilana, due 19enni piemontesi che hanno partecipato ad almeno una delle serate ad Arcore, certamente nella notte tra il 22 e il 23 agosto 2010, come conferma­to da altri testimoni e dagli accertamenti sul­la telefonia mobile. «Siamo rimaste scioc­cate», hanno dichiara­to entrambe a proposi­to della serata con il premier. Le due giova­ni la scorsa settimana hanno depositato una memoria e sono state sentite dagli inquirenti lunedì. Sorpresi da queste inattese rico­struzioni, sono stati gli stessi investigatori: «Ci sono piovute addosso». Entrambe hanno descritto, particolari delle feste a casa del Cavaliere. Parole che suonano come ulteriore conferma dell’ipotesi accusatoria, pur «senza ag­giungere nulla di nuovo», spiegano dal­la procura. Di affermazioni «destituite di ogni fon­damento » parlano invece i legali-par­lamentari di Berlusconi, Piero Longo e Niccolò Ghedini. «La genesi delle di­chiarazioni e i tempi – annotano – ap­paiono davvero indicativi e ne dimo­strano l’assoluta inconsistenza». Le testimonianze rappresentano ma­teriale integrativo dell’inchiesta con­dotta dai pm Ilda Boccassini, Pietro For­no e Antonio Sangermano. In Procura viene esclusa la possibilità di nuove in­tegrazioni d’indagine prima della ri­chiesta di rinvio a giudizio per Nicole Minetti, Lele Mora e d Emilio Fede, in­dagati nel troncone d’inchiesta sepa­rato da quello che vede Silvio Berlu­sconi imputato nel processo con rito immediato. Resta da chiarire che fine faranno le in­tercettazioni telefoniche tra il presi­dente del consiglio e tre delle più assi­due invitate alle cene di Arcore. Con­versazioni che, secondo quanto pre­scritto dalla legge Boato,- non sono u­tilizzabili nei confronti del parlamen­tare intercettato, in questo caso il pre­mier Berlusconi, ma che possono co­munque entrare nel fascicolo di inda­gine parallelo, quello aperto per Lele Mora, Nicole Minetti ed Emilio Fede. La Procura deve soltanto decidere quando depositare queste trascrizioni. Gli inquirenti potrebbero farlo al mo­mento della richiesta di rinvio a giudi­zio o in una fase successiva, chiedendo il deposito al giudice in sede di udien­za preliminare.