Attualità

LA VITA IN GIOCO. Ru486 in arrivo? Ma il verbale non c’è

Enrico Negrotti sabato 17 ottobre 2009
Una nuova riunione del Consiglio di amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) è in programma lunedì 19 ottobre e torna d’attualità la pillola abortiva Ru486. Infatti, nonostante l’approvazione deliberata dal consiglio di amministrazione (Cda) a fine luglio, ancora non è stata pubblicata la determina del direttore generale che renderà possibile il ricorso negli ospedali all’aborto chimico. Ma proprio ieri il direttore generale dell’Aifa Guido Rasi ha anticipato che entro il 19 novembre il suo provvedimento sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Esita un po’ invece uno dei consiglieri, Romano Colozzi (l’unico che votò contro l’approvazione della Ru486) «perché devo ancora vedere il testo scritto della delibera che – ammette – è comunque stata presa a fine luglio scorso. Ma il testo nero su bianco non c’è ancora». A margine di un congresso dei medici di famiglia, il direttore generale dell’Aifa Guido Rasi ha presentato come imminente – entro un mese – la pubblicazione della «determina», cioè la sua «traduzione» della decisione presa a fine luglio dal Consiglio di amministrazione (composto dal presidente Sergio Pecorelli e da Gloria Saccani Jotti, Claudio De Vincenti, Romano Colozzi e Giovanni Bissoni). «Il passaggio del 19 (ottobre, ndr) è formale – spiega Rasi – si leggerà il verbale di una decisione già presa il 30 luglio. Dopodiché la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avrà i tempi tecnici, 20-30 giorni». Secondo Rasi, il lavoro della commissione del Senato non avrà influenza. «Con tutto il rispetto che si deve alla commissione, noi procederemo, anche perché di fatto la commissione prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avrà tutto il tempo di sentire e approfondire tutti gli aspetti. L’Aifa ha fatto alcuni passaggi obbligati per il mutuo riconoscimento. La nostra delibera ha fatto in modo che invece di importarla legalmente ma in maniera scoordinata e fuori della legge 194 adesso la Ru486 venga canalizzata nell’ambito della legge sull’aborto». «L’Aifa – ha concluso Rasi – stabilisce le modalità di erogazione, dopodiché il Parlamento o gli organi che hanno il potere di farlo stabiliscono le modalità di somministrazione e la compatibilità con la 194». Una prospettiva che però non convince il consigliere Romano Colozzi, che è anche assessore alle Risorse, Finanze e Rapporti istituzionali della Regione Lombardia. «La lettura del verbale della riunione di fine luglio è in realtà la sua approvazione, perché allora fu dato il via libera ma non fu varato un testo ufficiale. E nemmeno alla riunione di fine settembre. Tuttavia continuo a ritenere che ci sia stata troppa fretta, perché la pillola abortiva è difficilmente compatibile con la nostra legge 194». Si tratta di questioni già note, ma non per questo superate: «Il Cda dell’Aifa ha posto il limite più stringente delle 7 settimane per l’utilizzo della pillola abortiva, e ha stabilito che la procedura abortiva va attuata in regime di ricovero fino all’espulsione del feto. Il tutto in contrasto con quanto realizzato in questi anni in alcune Regioni, dove le donne andavano a casa dopo aver assunto la pillola». «È evidente che nell’uso della Ru486 c’è un’incompatibilità di fatto con la legge 194 – sottolinea Colozzi –. D’altra parte, poiché non si può negare alla donna la possibilità di firmare le proprie dimissioni dall’ospedale, mettere vincoli troppo stretti rischierebbe di diventare incompatibile con altre leggi. Per questo avevo proposto al Cda, senza successo, di rimandare la decisione e di investire del problema il Parlamento. Anche perché la delibera dell’Emea non impediva ai singoli Paesi di tenere presenti le rispettive legislazioni».