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Ordinanza. Anziani nelle Rsa fuori dalla zona rossa: sì alle visite in sicurezza

Redazione Internet sabato 8 maggio 2021

Ormai quasi tutti gli anziani ospiti delle Rsa sono stati vaccinati

Un provvedimento atteso da tempo, anzi invocato dai parenti degli ospiti delle Rsa (Residenze sanitarie assistenziali). Mentre, infatti, la lotta politica si stava concentrando su un'ora in più o in meno di coprifuoco, gli anziani erano stati dimenticati e reclusi, seppure avessero ormai ricevuto il vaccino. In molti anche la seconda dose. Soli e senza la possibilità di vedere i loro cari, anche uno alla volta e con tutte le precauzioni del caso.

Oggi l'attesa notizia dal ministero della Sanità: "Ho appena firmato l'ordinanza che consentirà le visite in piena sicurezza in tutte le Rsa- fa sapere il ministro Roberto Speranza -. Ringrazio le Regioni e il Comitato Tecnico Scientifico che hanno lavorato in sintonia con il ministero della Salute per conseguire questo importante risultato. È ancora necessario mantenere la massima attenzione e rispettare le regole e i protocolli previsti, ma condividiamo la gioia di chi potrà finalmente rivedere i propri cari dopo la distanza indispensabile per proteggerli".

Nei giorni scorsi anche la Comunità di Sant'Egidio era scesa in campo contro questa ingiusta dimenticanza, presentando i risultati di un'indagine nazionale compiuta in 237 strutture. "Un'eterna zona rossa, mentre l'Italia si tinge di giallo", era stata definita.

Dallo studio era merso che il 64% delle strutture esaminate non consente alcun tipo di visita ai propri ospiti. Solo il 15% dei casi ammette amici e volontari. Le tanto pubblicizzate "stanze degli abbracci" dopo un anno sono presenti in meno del 20% delle strutture.

L'ingresso nelle strutture è consentito solo a visitatori in possesso del green pass, la Certificazione Verde Covid-19 che documenta la vaccinazione, un tampone nelle 48 ore precedenti o la presenza degli anticorpi da malattia. Le Rsa devono garantire una programmazione degli accessi nell'arco della giornata, con modalità utili a evitare gli assembramenti, da preferire gli spazi all'aperto. Di norma non più di due visitatori per ospite, eccetto casi particolari come caregiver o situazione di fine vita.

Massimo rigore, poi, sui dispositivi di protezione, dalle mascherine (almeno Ffp2) ai dispenser per l'igienizzazione delle mani. Il contatto fisico con l'ospite può avvenire, "in particolari condizioni di esigenze relazionali e affettive", solo se questo è vaccinato o con infezione negli ultimi sei mesi.

È prevista per gli ospiti delle strutture anche la possibilità del rientro in famiglia dopo "specifica regolamentazione da parte delle direzioni sanitarie o del medico curante in accordo con la direzione".

Quanto ai nuovi ingressi, poi, il documento stabilisce che se la persona non è vaccinata o ha già avuto la prima dose ma da meno di 14 giorni deve osservare un periodo di quarantena di dieci giorni, oltre che un
test all'ingresso e a dieci giorni. Nel caso invece abbia ricevuto entrambi le dosi di vaccino, nessuna quarantena e nessun test. L'ordinanza prevede infine che le misure "potranno essere rimodulate" in base all'evoluzione dello scenario epidemiologico "anche in senso più restrittivo" dal direttore sanitario o l'autorità sanitaria.

Il documento, si sottolinea, pone le regole "nel rispetto del documento adottato dal la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, come integrato e validato dal Comitato tecnico scientifico".

Intanto dal sindacato nazionale Nursing Up arriva un grido di allarme: "Dopo la Lombardia anche in Toscana la carenza di personale nelle Rsa è arrivata ad un punto di estrema criticità. E purtroppo non sono queste le unicche Regioneiin cui si è acuita la crisi toccando l'acme. La fuga degli infermieri che chiedono di andare alle ASL è legata ai turni massacranti, a contratti peggiori di quelli pubblici e a stipendi bassi".