Attualità

Rose insegna il risparmio alle donne dello slum

Antonella Mariani mercoledì 20 maggio 2020

"I sogni ti fanno sentire bene", dice Rose. È per i sogni che le donne come lei, mogli e madri di molti figli, risparmiano pochi spiccioli a settimana e li mettono nelle sue mani, perché mese dopo mese possano trasformarsi in un gruzzoletto da spendere in un progetto, nell'istruzione dei figli, in una emergenza, Rose Tumwine ha 33 anni, è originaria del Kenya ma ora vive con il marito Kose e i quattro figli di 16, 12, 9 e 7 anni a Namwongo, uno dei tanti slum della capitale Kampala.

È la presidentessa del gruppo Kwatakumunno, un gruppo di risparmio autogestito nato a gennaio al quale aderisce una 30ina di persone, in maggioranza mamma. In lingua locale Kwatakumunno significa "aiutarsi gli uni con gli altri" ed è così che funziona: ogni settimana ognuno versa una quota, su cui matura un interesse e può chiedere un prestito ma solo per progetti precisi, messi ai voti dal gruppo: spese mediche, tasse scolastiche, un funerale, l'avviamento di una attività.

Il gruppo si riunisce ogni lunedì. "Prima di tutto - spiega Rose - ci si motiva a vicenda. Viviamo in una società dove ancora si pensa che la donna debba dipendere dal marito. Insieme possiamo cambiare le cose. Attraverso il gruppo ci scambiamo consigli per aprire una piccola attività, contatti per comprare della terra. Iniziamo a prenderci cura di noi stesse".

Rose e i suoi 4 figli - Foto di Clelia Vegezzi

Rose è cresciuta in Kenya con la mamma, la nonna e 8 fratelli. È stata la nonna a insegnarle a prendersi cura dei vicini e di come la comunità sia importante. La nonna ha lavorato tutta la vita per far studiare i figli - aveva un piccola attività e produceva una bevanda locale, la Marau - e quando la mamma di Rose, laureata in Business, ha trovato un lavoro in Uganda, tutta la famiglia l'ha seguita. Finite le superiori, Rose si è sposata con Kose e si è trasferita nella capitale Kampala.

Qui le cose non sono affatto facili: il lavoro del marito è precario e non è facile pagare le rette scolastiche per tutti i figli. Rose si inventa una attività di produzione e commercio di miele e frequenta due gruppi di risparmio perché capisce che deve trovare un modo per non dipendere dal marito. Grazie al sostegno della ong italiana Avsi, che nello slum di Namwongo sostiene alcuni bambini, tra i quali il suo secondogenito Ashim, nel percorso scolastico con il sistema dell'adozione a distanza. Ed ecco che Rose diventa la presidente del neonato gruppo di risparmio, uno dei 30 avviati nelle aree più povere dell'Uganda.In questo periodo di pandemia le attività del gruppo non si sono fermate. Rose aspetta le sue "socie" ogni lunedì e vigila fuori dal cancello perché tutti si lavino le mani con il sapone appena entrate nel cortile, indossando la mascherina prescritta dal governo.

Rose e i suoi due figli più piccoli - Foto di Clelia Vegezzi

"Non potevamo fermarci ora che è ancora più forte la necessitò di aiutarci a vicenda", racconta la donna. Per le mamme del gruppo Kwatakumunno non si tratta solo di una questione economica, ma anche un modo di trasmettersi vicinanza e partecipazione in un momento in cui molte famiglie sono in piena emergenza e ogni giorno non sanno se potranno assicurare il pasto ai figli.

Ogni lunedì, mentre Rose vigila sulle misure di sicurezza, una donna registra i depositi e un'altra tiene i conti. "C'è chi risparmia 1.000 scellini a settimana, chi 5.000 e chi addirittura 10.000. Purtroppo - continua - solo 13 dei 27 membri sono riusciti a risparmiare in questo periodo perché le restrizioni hanno colpito duro sulle entrate della famiglie".

Una delle socie, Florence, si svegliava alle 6 ogni mattina per preparare il tè, il caffè e il porridge da vendere ai rider dei boda-boda, le bici-taxi diffusissime in Uganda. Ora non vengono più e anche i guadagni di Florence si sono interrotti.

Nonostante tutte le difficoltà, il gruppo Kwatakumunno delle mamme dei bambini sostenuti a distanza da Avsi in 4 mesi è riuscito a risparmiare, grazie alla determinazione di tutte, 300.000 scellini (circa 70 euro), un risultato importante se si pensa che in media un abitante dello slum di Kampala vive con 3.000 scellini al giorno, cioè meno di 1 euro. "Se qualcuna ha bisogno di medicine, di materiale scolastico per i figli, un piccolo capitale per iniziare una nuova attività o i soldi per le spese del funerale di una persona cara... ecco, può chiedere un prestito al gruppo, l'unione fala forza".