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Legge elettorale. Mix tra maggioritario e proporzionale, ecco cos'è il Rosatellum

GiannI Santamaria sabato 7 ottobre 2017

Il 7 ottobre La Commissione Affari costituzionali della Camera ha dato il via libera al Rosatellum bis. Hanno votato a favore Pd, FI, Lega, Ap, fittiani, verdiniani, Civici e Innovatori. Hanno votato contro M5S, Mdp, Sinistra italiana e FdI.

Il testo è approdato nell'Aula di Montecitorio martedì 10 ottobre, con l'obiettivo di chiudere entro il 21 per passare poi in Senato. La Camera inizierà subito con le votazioni sugli emendamenti, in quanto la discussione generale si è già svolta lo scorso giugno, anche se era incentrata sulla precedente proposta di riforma elettorale, il Tedeschellum, poi naufragata.

Il Rosatellum deve il suo nome a Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera.

Se la legge sarà approvata, regolerà le prossime elezioni. Altrimenti si andrà a votare con gli effetti della sentenza della Corte costituzionale di gennaio, che prevede due sistemi diversi: alla Camera un premio di maggioranza per la lista che prende il 40% dei voti e al Senato (che per Costituzione deve essere eletto su base regionale) il Porcellum modificato e privato del premio.

Come si voterà se il Rosatellum diventerà legge

Se passerà il testo attuale del Rosatellum, si avrà un sistema misto proporzionale-maggioritario, simile al Mattarellum, la legge elettorale in vigore dal 1993 al 2005. Ma "rovesciato", un mix tra maggioritario e proporzionale, dove la quota di proporzionale la fa da padrona: 64% di listini plurinominali a fronte del 36% di collegi uninominali.

La soglia di sbarramento sia per la Camera che per il Senato è al 3% a livello nazionale per le liste, mentre è del 10%, sempre a livello nazionale, per le coalizioni. Sono 231 i seggi alla Camera e 109 quelli al Senato assegnati con i collegi uninominali, dove vince il candidato più votato. Gli altri sono assegnati con il metodo proporzionale.

Le circoscrizioni sono 20 per il Senato e 28 per la Camera. Al governo viene assegnata la delega per ridisegnare i collegi.

All'elettore viene consegnata un'unica scheda, sia per il proporzionale che per il maggioritario. Non viene concesso il voto disgiunto. Una scheda è per la Camera e una per il Senato. Sul frontespizio ci saranno le istruzioni per l'uso: viene spiegato come si vota e come saranno distribuiti i voti. Inoltre su ogni scheda ci sarà un tagliando removibile antifrode, dotato di codice alfanumerico progressivo, che verrà rimosso e conservato dall'ufficio elettorale prima che la scheda venga depositata nell'urna.

C'è la quota di genere (60-40) e la possibilità di un massimo di cinque pluricandidature nei listini proporzionali, ma anche la possibilità per un candidato di presentarsi sia nei collegi uninominali che in quelli plurinominali. Infine, non c'è l'indicazione del "capo della coalizione" - ovvero del candidato premier - né l'obbligo per la coalizione di presentare un programma comune.