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Legge elettorale. Rosatellum, il governo chiede la fiducia anche al Senato

Redazione Internet martedì 24 ottobre 2017

Il governo ha posto anche nell'Aula del Senato cinque questioni di fiducia su cinque dei sei articoli del Rosatellum 2.0. Lo ha annunciato il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro. La prima chiama si terrà domani alle 14. Lo ha stabilito la Conferenza dei capigruppo del Senato, che ha fissato a giovedì alle 12 il voto finale sul provvedimento. Dure le proteste da parte di M5S e Si, che hanno tentato di fermare l'operazione. Ma l'aula ha respinto con alzata di mano le questioni pregiudiziali presentate da questi due gruppi. Mdp, invece, è uscito ufficialmente dalla maggioranza. I capigruppo sono saliti al Quirinale per informare il presidente Mattarella della decisione.

I precedenti

Doppia fiducia, quindi, sul Rosatellum, alla Camera e al Senato. È la seconda volta che succede nella storia dell'Italia repubblicana su una legge elettorale. Prima della Repubblica l'unico altro precedente è quello della Legge Acerbo, nel 1923, con Mussolini capo del governo. La "prima volta repubblicana" risale al 1953. La fiducia fu posta dal governo di Alcide De Gasperi il 21 gennaio alla
Camera. Si votò in un clima rovente e la seduta si concluse con i deputati di maggioranza e opposizione che vennero alle mani.
Al Senato la legge passò la domenica delle Palme, il 29 marzo, anche in questo caso con il ricorso al voto di fiducia e con rissa finale tra parlamentari.

la legge del 1953 è passata alla storia come "legge truffa", dal nome che le diedero comunisti e socialisti: assegnava un premio di governabilità pari al 65% dei seggi al partito che superava il 50% dei voti validi. Ma nelle elezioni che si svolsero poco dopo la sua approvazione il meccanismo non scattò (l'alleanza tra Dc e partiti laici si fermò al 49,8% dei voti) e nel 1954 la legge fu abrogata.

In tempi assai più recenti fu il governo Renzi a porre la fiducia sull'Italicum nell'aprile 2015, ma solo alla Camera durante la terza lettura. Tecnicamente le fiducie poste da Renzi furono tre, una per ciascun articolo e furono votate la prima il 29 aprile e le altre due il 30. Il 4 maggio l'Italicum fu approvato a scrutinio segreto con 334 voti a favore, 61 contrari e 4 astenuti.

Tra la legge del 1953 e l'Italicum, altre due riforme elettorali sono state approvate invece senza ricorso alla fiducia: il Mattarellum nel 1993, votato da una maggioranza trasversale, e il Porcellum nel 2005, con i soli voti della maggioranza di centrodestra (Fi, An, Lega, Udc, NPsi e Pri). La legge fu approvata definitivamente in Senato con 160 sì, anche il quel caso senza ricorrere alla fiducia.