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Antonio Maria Mira sabato 27 gennaio 2018

Controlli: a polizia viene due volte alla settimana

Poliziotti e migranti. Una difficile mattina tra controlli di legalità e gesti di umanità. Tra uomini in divisa e giovani africani. Fermezza e sorrisi. Siamo nuovamente a San Ferdinando dove è sempre più drammatica emergenza. I migranti sono quasi 4mila: 2.300 nella vecchia tendopoli ormai gigantesca baraccopoli, più di 500 nella nuova e insufficiente tendopoli, 500 occupano abusivamente un capannone, 200 in un altro capannone, un tempo gestito e sorvegliato, ora abbandonato a sè stesso.

È il teatro dove due volte alla settimana si svolgono i controlli 'massivi' delle Forze dell’ordine, per reprimere reati e sfruttamento, illegalità e irregolarità. Ma anche per aiutare chi è in difficoltà. Oggi, grazie all’invito del questore di Reggio Calabria, Raffaele Grassi, siamo con loro. Si comincia alle 8 a Gioia Tauro. Cento uomini di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia provinciale. A coordinare l’operazione è il dirigente del commissariato di Gioia Tauro, Diego Trotta. La giornata si annuncia delicata. Venerdì, nell’ultimo servizio, ci sono stati momenti di forte tensione. Soprattutto perchè i migranti, bloccati per ore, non erano potuti andare a lavorare. Lo ricorda Trotta al momento del brefing coi suoi uomini. «Vi ringrazio per come vi siete comportati di fronte allo sfogo di quei poveri disgraziati. Anche oggi vorrei che capissero che i controlli non sono vessatori.

Poi se ci sono situazioni da reprimere si reprimono, ma col sorriso ». Così si predisporrà anche un check point di assistenza amministrativa, in particolare per i permessi di soggiorno, il documento che porta ogni giorno decine di migranti davanti agli sportelli del commissariato. Qui gli irregolari sono pochissimi e i dati a fine mattinata lo confermano: 401 persone identificate e controllate, solo 18 sono state accompagnate in ufficio per accertamenti sui documenti, ma poi sono risultati in regola. Controllate anche 136 tra tende e baracche, eseguite oltre 400 perquisizioni. Scoperto, infine, uno spaccio di alimentari abusivo, sanzionato per 15mila euro. Negli scorsi interventi, tra negozietti e macellerie clandestine, ne erano stati chiusi 25.

E ora sono praticamente spariti. In 12 operazioni come quella di oggi sono state controllate 5.813 persone, 2.435 tra tende e baracche, arrestate 2 persone, 4 deferite all’autorità giudiziaria, e appena 5 allontanate dal territorio nazionale. Insomma, sfruttati ma regolari. Ma torniamo al racconto della mattinata. Cominciamo dal capannone, ex deposito di bare. «Signori, per favore tirate fuori i documenti». Ci sono circa 200 letti ma i migranti presenti non sono più di 70. Molti giovanissimi. C’è ancora qualcuno che dorme. «Niente lavoro oggi?». «No, niente lavoro». È umido e freddo, e fuori è pieno di rifiuti. I container dove si facevano i controlli sono stati abbandonati dalla cooperativa incaricata dal comune. «Non ci hanno dato gli strumenti promessi e poi ci pioveva dentro», ci spiegano più tardi. Ma ai migranti vanno bene, così li hanno occupati. Un finanziere si avvicina a Trotta accompagnando un ragazzo africano che si comprime il petto e tossisce.

È stato già visitato da Emergency che ha diagnosticato una polmonite e lo ha inviato all’ospedale di Polistena. Qui invece di ricoverarlo hanno solo scritto che non può vivere in quel luogo malsano. Ovvio. E ora tocca alla Polizia aiutarlo. Il dirigente chiama il responsabile della tendopoli nuova, spiega la gravità della situazione e chiede di trovargli un posto. Risolto. Il giovane sorride, 'grazie', e stringe la mano al poliziotto. Non tutto fila liscio però. Durante il controllo anti prostituzione nella baraccopoli, una ragazza scappa, non si sa perchè. Un poliziotto la insegue ma inciampa e si ferisce. Sono necessari sei punti, ma poi l’agente torna tra i colleghi che scherzano. «Ora paghi una birra a tutti». Passa una 'maman', ben nota ai poliziotti che la seguono e poi bloccano mentre sale su un’auto guidata da un giovane. Per loro c’è l’accompagnamento al commissariato per ulteriori accertamenti. Ma tutto, oggi, si svolge senza tensione. Lo conferma il cordiale colloquio tra il dirigente e l’Imam. «Noi non ce l’abbiamo con voi ma dobbiamo controllare». «Va bene, se uno sbaglia è giusto che paghi».

E, per fortuna, paga anche chi sfrutta gli africani. Nell’ultimo anno, nel contrasto al caporalato, sono state controllate 105 aziende, deferite 3 persone alla magistratura, elevate 202 sanzioni amministrative per un milione e 247mila euro. Ormai la mattinata è finita. Si rientra alla 'base' dove il dirigente ringrazia tutti. «Abbiamo fatto passare un messaggio di pazienza e di attenzione per loro. Non siamo razzisti. Continuate ad ascoltarli, anche il loro sfogo ». Si torna la prossima settimana.