Attualità

30 anni. Bassetti: il mondo ha bisogno di eroi come Livatino. Le parole di Mattarella

Redazione Internet lunedì 21 settembre 2020

Quando Rosario Livatino fu ucciso non lo conosceva quasi nessuno. Lavorava in un Tribunale di periferia: si occupava dei sequestri e delle confische dei beni di provenienza illecita acquisiti dai mafiosi. Lo faceva in modo inattaccabile, rispettando le garanzie degli accusati, con grande professionalità e con risultati concreti: per questo la mafia decise di eliminarlo.

Il mondo ha bisogno di "tanti piccoli e grandi eroi del quotidiano" come lo fu Rosario Livatino ed è "davvero beato un popolo, un Paese che ha uomini e donne così". Lo ha sottolineato il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, durante l'omelia della Messa nella chiesa romana del Sacro Cuore del Suffragio promossa dal Centro Studi intitolato al magistrato martire in occasione dei 30 anni della sua uccisione, ricordandone l'esempio non soltanto per i magistrati "ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni". Bassetti ha ricordato la figura del "giudice ragazzino" che "riuscì a ritrovare una sintesi tra religione e diritto che non appare scontata". Ha "elevato il comandamento della carità a norma obbligatoria di condotta perché è proprio questo salto di qualità che connota il cristiano. In altre parole, non c'è piena giustizia senza amore".
Riprendendo le parole di Papa Francesco pronunciate nel discorso ai membri del Centro studi Rosario Livatino, il 29 novembre 2019, il cardinale Bassetti ha rimarcato che Livatino "ha lasciato a tutti noi un esempio luminoso di come la fede possa esprimersi compiutamente nel servizio alla comunità civile e alle sue leggi; e di come l'obbedienza alla Chiesa possa coniugarsi con l'obbedienza allo Stato, in particolare con il ministero, delicato e importante, di far rispettare e applicare la legge".

"Un tempo si dichiarava beato un popolo che non avesse avuto bisogno di eroi (cfr B. Brecht). E così pure di santi, di figure esemplari, di testimoni. Permettetemi di obiettare che abbiamo bisogno di tanti piccoli e grandi eroi del quotidiano, che si sentano chiamati mentre attendono al loro lavoro, che sappiano comportarsi in fedeltà alla missione ricevuta, che donino umilmente la vita giorno per giorno là dove si trovano a vivere e a operare, che abbiano il coraggio della fedeltà nonostante i limiti e le umane debolezze, che onorino il proprio mandato – qualunque esso sia – con estrema dignità" ha continuato il cardinale Bassetti. "Davvero beato un popolo, un Paese che ha uomini e donne così", ha concluso. "Beate le istituzioni che sono presidiate da figure simili. Beati quei malcapitati, quei poveri, quei soggetti meno fortunati che ricorrono a una giustizia amministrata da persone simili".

Il messaggio di Mattarella: gratitudine del Paese a chi ne tiene viva la memoria

"Ricordare la vile uccisione di Rosario Livatino richiama la necessità di resistere alle intimidazioni della mafia opponendosi a logiche compromissorie e all'indifferenza, che minano le fondamenta dello Stato di diritto". Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio inviato al presidente della Sottosezione di Agrigento dell'Associazione Nazionale Magistrati, Giuseppe Miceli. "Rosario Livatino, Sostituto Procuratore della Repubblica e poi Giudice della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Agrigento, ha condotto importanti indagini contabili e bancarie sulle organizzazioni criminali operanti sul territorio e sui loro interessi economici - ha ricordato il Capo dello Stato -. Egli ha, tra i primi, individuato lo stretto legame tra mafia e affari, concentrando l'attenzione sui collegamenti della malavita organizzata con gruppi imprenditoriali".

"Consapevole del delicato ruolo del giudice in una società in evoluzione e della necessità che la magistratura sia e si mostri indipendente, egli ha svolto la sua attività con sobrietà, rigore morale, fermezza e instancabile impegno, convinto di rappresentare lo Stato nella speciale funzione di applicazione della legge", ha sottolineato. "A distanza di trenta anni, desidero manifestare apprezzamento e vicinanza per tutte le iniziative promosse in ricordo di questo valoroso magistrato e rinnovare i sentimenti di partecipazione e gratitudine del Paese a tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato e che in questi anni ne hanno costantemente tenuto viva la memoria".