Attualità

TRA RAID E PROTESTE. Roma è sotto esame tra antisemitismo e violenze degli ultras

Giovanni Ruggiero sabato 24 novembre 2012
Roma caput mundi o «città di coltelli», come l’ha definita il 'Daily Mail'? Il raid dell’altra sera nel pub di Campo de’ Fiori, assieme allo striscione e ai cori an­tisemiti allo stadio Olimpico, hanno acceso luci negative sulla Capitale. Insorge il World Jewish Congress che condanna il razzismo strisciante dei 'tifosi' capitolini: «Il problema dei supporter razzisti della Lazio – dice il pre­sidente Ronald S. Lauder – non è nuovo, e do­vrebbe essere preso più seriamente da tutti. Imporre multe evidentemente si è rivelato un rimedio del tutto inefficace».
Il Congresso e­braico mondiale chiede la sospensione del­la Lazio dalle competizioni europee se con­tinueranno le manifestazioni razziste e anti­semite allo stadio romano. Roma è bocciata anche dal Times: «È la città – si legge in una corrispondenza di ieri – più pericolosa d’Eu­ropa. Se siete tifosi in trasferta, questa è la si­tuazione ». Adesso due ultras sono in carcere (ma Regi­na Coeli potrebbe aprirsi per altre persone), un giovane in ospedale (le sue condizioni so­no delicate) e resta una città mortificata per l’aggressione ai tifosi inglesi presenti l’altra sera nel pub di Campo de’ Fiori. Cosa ha spin­to Francesco Ianafri e Mauro Pinnelli ad ac­coltellare Ashley Edwards Mills? Antisemiti­smo o follia idiota dettata dalla passione cal­cistica? Il giovane Mills, che è stato operato ieri all’Ospedale San Camillo per la lesione che gli ha lacerato l’arteria femorale, prima dell’intervento ha dichiarato che era venuto a Roma solo per assistere alla partita del Tot­tenham contro la Lazio. Il chirurgo Piergior­gio Cao gli ha ricucito l’arteria e gli ha chie­sto scusa a nome di Roma.
Gli inquirenti sem­brano escludere che dietro il raid ci possa es­sere la pista dell’antisemitismo. Al momen­to dell’arresto i due avrebbero dichiarato di aver risposto a una provocazione venuta dai tifosi inglesi. E domani potranno spiegarsi nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. Tuttavia, l’altra sera all’Olimpico i giocatori in­glesi sono stati accolti con il coro vergogno- so: «Juden Tottenham». La vicenda certo non è chiusa. Ci sono filmati delle telecamere che sorvegliano Campo de’ Fiori che potranno aiutare nelle indagini: a chiarire il movente e a individuare altri responsabili. «Qualsiasi sia la genesi di questo episodio – dice il vice ca­po della polizia, il prefetto Francesco Cirillo – si è trattato di un fatto gravissimo. Le cose vanno commentate a fatti, cause e moventi chiari e ad autori identificati».
A Roma è però polemica tra il presidente del­la Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, e il prefetto Giuseppe Pecoraro. Pacifici aveva commentato così l’episodio: «Se è possibile aggredire i tifosi del Tottenham a Campo de’ Fiori vuol dire che Roma non è meno peri­colosa di Tel Aviv». Pecoraro, risentito, ha re­plicato: «Non accetto provocazioni. Roma è una delle città più sicure, non mi pare ci sia­no razzi che piovono dal cielo e che la co­munità ebraica corra rischi nella Capitale». Pacifici non si tiene la replica. Ammette che le forze dell’ordine hanno agito bene, e ag­giunge: «Se però confiniamo il raid definen­dolo un’azione dei tifosi non abbiamo capi­to nulla. Chi sono i mandanti? Chi li recluta? Anche la politica, sia divisa dove serve, ma sia unita su fatti del genere». Poche parole da Gianni Alemanno: «Sarebbe un’aggravante se ci fosse una matrice antisemita». Per il mi­nistro della Cooperazione Andrea Riccardi siamo in presenza di nuove forme di violen­za, «non di enormi gruppi ma di singoli che si motivano su internet e poi passano all’a­zione drammatica». Ricordano tutti la chiu­sura del sito neonazista 'Stormfront'. Evi­dente che non è bastato.