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Intervista. Lusetti: «Contro Poletti barbarie politica»

Diego Motta lunedì 8 dicembre 2014
«Chi dice di appartenere al mondo cooperativo e poi tradisce i nostri valori può andarsene. Anche subito». Vive giorni di «rabbia fredda», Mauro Lusetti, presidente dell’Alleanza delle cooperative e numero uno di Legacoop, la centrale cooperativa a cui è iscritta la coop 29 giugno di Salvatore Buzzi, uno dei personaggi al centro dell’inchiesta Mafia Capitale. «Provo un sentimento di rabbia fredda salire dentro di me quando sento parlare di un sistema malato e corrotto» spiega.È stata Susanna Camusso, leader Cgil, a usare questa espressione...È una frase incommentabile, non fosse altro perché, trascinata dalla sua vis polemica, il segretario della Cgil ha finito per generalizzare, facendo di tutta l’erba un fascio. Probabilmente, se avesse dedicato meno tempo a polemizzare con l’ex presidente di Legacoop e attuale ministro del Lavoro, Susanna Camusso si sarebbe accorta che tra i lavoratori delle nostre cooperative ci sono anche molti iscritti al suo sindacato.Cosa pensa del coinvolgimento nella vicenda del suo predecessore Giuliano Poletti?Si è trattato di pura barbarie politica.E delle parole di Raffaele Cantone, che ha chiesto di chiudere le porte agli «affaristi» del sociale?Totale condivisione. Non a caso, sono parole arrivate da un magistrato che conosce profondamente i problemi che stiamo affrontando e che sa distinguere, caso per caso. Ci vorrebbe più rispetto e attenzione per tutti: quando parliamo di cooperative sociali di tipo "b", in gioco c’è la vita di centinaia di migliaia di persone svantaggiate, per le quali i nostri soci rappresentano l’unica speranza. Cantone è stato corretto e penso sia possibile dialogare con lui e trovare soluzioni comuni.Su "Avvenire", il presidente di Federsolidarietà-Confcooperative, Giuseppe Guerini, ha chiesto provvedimenti drastici in nome di una maggiore trasparenza. È d’accordo?Sulla necessità di una revisione e di controlli più severi, sono assolutamente d’accordo. Penso anche ad altri temi su cui lavoriamo insieme a Confcooperative, come la lotta alle false coop, dentro cui si trova di tutto, dall’evasione al lavoro nero. Aggiungerei anche che la necessità di reintrodurre il reato di falso in bilancio, abolito in questi anni. C’è solo un argomento su cui inviterei a una maggiore prudenza.A cosa si riferisce?Non penso che la dimensione dei soggetti cooperativi abbia una qualche relazione con la maggior facilità a delinquere. Non c’è alcun gigantismo da combattere, dal mio punto di vista. Non crede che gruppi cooperativi troppo grandi rischino di tradire la missione originaria a servizio di comunità e territori, finendo invece per avere interessi troppo grandi e pericolosi?I teorici del "piccolo è bello" sbagliano. Il problema sta nella capacità di interpretare in modo corretto i principi cooperativi, non nelle dimensioni d’impresa. La responsabilità è personale.Come si può garantire che casi come quello di Buzzi non si ripetano?Posso dirle quello che abbiamo fatto sin da subito, nel caso specifico. Come Legacoop, abbiamo deciso l’espulsione immediata di tutte le persone indagate. Ci costituiremo parte civile. Chi di noi si è compromesso con il sistema malavitoso, sfruttando persone deboli e fragili, non appartiene al nostro mondo.