Attualità

Allarme di Cantone (Anac). Ritardi per il Giubileo, Renzi «ci mette la faccia»

Antonia Maria Mira mercoledì 14 ottobre 2015
Per il Giubileo Renzi ha deciso di «metterci direttamente la faccia» e così il governo accelera per superare i gravissimi ritardi degli appalti. In tempi brevissimi sarà trovato lo strumento, molto probabilmente quello già sperimentato positivamente per l’Expo. Ne hanno parlato nel pomeriggio a Palazzo Chigi il premier e il presidente dell’Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone che lunedì sera, al Collegio universitario Santa Caterina di Pavia, intervenendo con l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi al primo incontro del terzo ciclo di 'Storia delle mafie', aveva lanciato quasi un appello: «Non bisogna più traccheggiare. Il governo prenda in mano la situazione per il Giubileo, anche commissariando e derogando dal Codice degli appalti. Servono regole speciali, molto rigorose, come per l’Expo dove abbiamo fatto una bella figura». Renzi proprio ieri aveva spiegato che «stiamo preparando, per evitare contraccolpi delle dimissioni della giunta comunale, una bella squadra tosta, un  dream team,  per lavorare su quest’anno del Giubileo». Una squadra nella quale, precisa Cantone, «se il modello al quale si pensa è quello dell’Expo, l’Anac avrà un ruolo di controllo». La situazione è però grave. «Il Comune – denuncia l’ex pm – ha messo in cantiere solo 30 lavori di manutenzione ma nessun appalto è ancora stato fatto. Ed è molto difficile che siano finiti per dicembre». Dunque serve un’accelerazione, perché «non ci possiamo permettere l’idea che la Capitale non ce la possa fare. Ma serve davvero un cambio di passo, e discontinuità ». E Cantone non è certo tenero con Marino, nei cui uffici ieri gli uomini della Guardia di Finanza hanno prelevato i famosi scontrini di cene e altre spese. «Nell’ultimo periodo ha dato l’impressione di non capire quello che succedeva nell’amministrazione comunale». Respinge la tesi di una macchinazione.  «Non credo che dietro alle dimissioni ci sia un complotto e che la sua caduta ora favorisca il ritorno del malaffare. Marino – aggiunge – è sicuramente una persona integerrima, ma basta essere integerrimi per essere sicuri che 'questi' non tornino a fare affari?». Insomma, taglia corto Cantone, «ho avuto l’impressione che volesse cambiare le cose ma concretamente non lo ha fatto». Così, ad esempio, ricorda che «il regolamento sugli appalti ancora non è stato approvato». E ora? «Un commissario 'con gli attributi' può essere davvero una soluzione per Roma ». Anche perché, denuncia, «quello che abbiamo visto è solo la punta dell’iceberg». Inoltre «il sistema burocratico è fuori controllo. Ogni ufficio comunale si comporta da repubblica autonoma. I funzionari non rispondono al proprio assessore ma a quello di 'riferimento'». Parole durissime. «Ci si è arrivati attraverso un sistema clientelare che non ha precedenti, peggio della mafia. Un sistema incancrenito nel disinteresse generale». Ma «non tutto è perduto, dobbiamo crederci per forza, altrimenti da Roma verrebbe un segnale devastante. Ci sono energie buone, non tutto l’apparato burocratico è marcio». Molto chiare anche le parole di monsignor Pennisi sul famoso funerale di Vittorio Casamonica. «Non si possono permettere queste carnevalate. Sono fenomeni che vanno però prevenuti perché danno una cattiva immagine della città. Una cosa è la preghiera, che non si nega a nessuno, un’altra è usare un funerale per esaltare una persona». Anche perché «dire di essere cattolico non rende immuni. Dietro si può nascondere il malaffare». Dunque, conclude, «legalità presuppone moralità. Invece una parte della società civile fa finta di niente».