Attualità

LEGALITA' E SICUREZZA. Respingimenti, duello Onu-Italia

Luca Liverani martedì 15 settembre 2009
I migranti non possono essere re­spinti senza controllare se si trat­ta di profughi. L’Alto commissa­rio Onu per i diritti umani, Navi Pil­lay, condanna i governi che manda­no indietro come «rifiuti tossici» bar­che cariche di uomini e donne for­se in fuga da guerre e persecuzioni. Nel Mediterraneo come nel Golfo di Aden, nei Caraibi e nell’Oceano in­diano. E cita il caso della strage per inedia sul gommone di eritrei, sca­ricato da Malta verso l’Italia. Un ri­chiamo che, nonostante sembri più indirizzato a La Valletta che a Roma – anche se sui rom sono critiche e­splicite all’Italia – si trasforma in un caso politico. ll ministero degli Este­ri respinge al mittente le critiche: «E­videntemente non sono rivolte all’Italia». La Lega insorge e attacca l’O­nu. E l’opposizione – Pd, Udc e Idv – è tutta con Pillay. I rilievi dell’Alto commissario sono nel discorso inaugurale alla XXI ses­sione del Consiglio dell’Onu dei di­ritti umani, che sarà pronunciato og­gi a Ginevra. Il testo ieri è stato anti­cipato alle agenzie. «La pratica del­la detenzione dei migranti irregola­ri, della loro criminalizzazione e dei maltrattamenti nel contesto dei con­trolli delle frontiere deve cessare». Pillay denuncia poi che «partendo dal presupposto che le imbarcazio­ni in difficoltà trasportano migran­ti, le navi le oltrepassano ignorando le suppliche d’aiuto, in violazione dei diritto internazionale». Così ac­cade che vengano «abbandonati e respinti senza verificare in modo a­deguato se stanno fuggendo da per­secuzioni». Dove l’Alto commissa­rio per i diritti cita esplicitamente il nostro Paese è sugli zingari: «In Ita­lia vi è abbondante documentazio­ne di discriminazioni e trattamenti degradanti nei confronti della po­polazione rom». Pillay si dice «con­sapevole degli sforzi fatti in buona fede per risolvere il problema», ma «ancora molto deve essere fatto». Di­scriminazioni, secondo Pillay, sono diffuse in 16 Paesi europei, come Ungheria, Francia, Irlanda e Porto- gallo. Ma sono le generiche accuse sui mi­granti che scatenano la polemica. A partire dalla Farnesina. «Il richiamo alle violazioni del diritto internazio­nale non è evidentemente rivolto al­l’Italia », recita una nota del ministe­ro degli Esteri. Ribadendo che «le re­gole del diritto internazionale costi­tuiscono il caposaldo dell’azione del Governo italiano», il ministero au­spica che «tutti facciano la loro par­te ». E precisa: «l’Italia è il Paese che ha salvato il maggior numero di vi­te umane nel Mediterraneo». A Gi­nevra oggi lo proverà. Repliche a raffica dal Pdl. Per Mar­gherita Boniver, presidente del Co­mitato Schengen, sono «accuse in­famanti ». «Politicamente irricevibi­li », fa eco il portavoce del Pdl Da­niele Capezzone. L’Onu farebbe be­ne «a concentrare l’attenzione» sui «tanti regimi» che «creano le pre­messe degli esodi di massa», replica Maurizio Gasparri. Ancora più dura la Lega: «Basta ricordare Rwanda e Srebrenica – sibila Piergiorgio Stiffo­ni – è questa l’unica risposta all’O­nu ». E Carolina Lussana dice che l’O­nu «avrebbe fatto bene a interveni­re sui maltrattamenti ai bambini rom costretti a mendicare o rubare dalle loro famiglie». Tutta con Pillay l’opposizione. «Qualcuno pensa di tappare la boc­ca anche all’Onu con ricatti morali?», replica dal Pd Rosy Bindi. «Il tema dell’asilo – afferma Anna Finocchia­ro – è una questione troppo impor­tante per essere lasciata alla propa­ganda della Lega o del primo porta­voce che passa». «Grazie alla Lega l’Italia è diventata sinonimo di 'piz­za, mandolino e manganello'», iro­nizza Savino Pezzotta dell’Udc. E Luigi De Magistris, europarlamen­ter Idv, chiede se Berlusconi «spol­vererà il vecchio e intramontabile re­frain della congiura rossa».