Attualità

ddl cirinnà. Unioni civili. "Da Bagnasco appello morale"

venerdì 12 febbraio 2016
“Con le sue parole, il cardinale Bagnasco non intendeva entrare in un discorso tecnico, in alcun modo, questo appartiene alla sovranità delle Camere", il suo, "è stato un appello morale per la libertà di coscienza tenendo conto di quello che c'è in ballo” con il disegno di legge sulle unioni civili. Così il portavoce della Cei, don Ivan Maffeis, interpellato dall'agenzia Ansa, ha precisato il senso autentico dell’intervento di giovedì del presidente dei vescovi italiani. "È chiaro che in un clima come questo basta poco a far parlare di scontro”, ha aggiunto Maffeis in riferimento alle polemiche, spesso sopra le righe, che si sono accese nella serata di giovedì e che sono proseguite venerdì, fino alle dichiarazioni dello stesso premier Renzi. “Non era intenzione né di Bagnasco, né in generale della Chiesa italiani entrare in argomenti di carattere tecnico. L'orizzonte era un altro: di fronte alla posta in gioco di temi sensibili che toccano la vita di tutti, sottolineare la libertà di coscienza, ma a noi non compete dire come nel merito". Sulla linea della “non ingerenza” anche il “no comment” opposto ieri dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, alle domande dei giornalisti in tema di unioni civili: "Vale quello che ho detto l'altro giorno, per rispetto del Parlamento e delle istituzioni, preferisco non parlare". In precedenza, a commento delle parole di Bagnasco vi era stato un profluvio di prese di posizione. La più rilevante quella di Matteo Renzi:

Il voto segreto "lo decide il Parlamento, e lo dico con stima per il cardinal Bagnasco, e non la Cei".. Il premier si è espresso così ai microfoni di Radio Anch'io risponde al presidente della Cei che ieri aveva ricordato che "i temi fondamentali per la società richiedono il voto segreto". Il premier aggiunge che a lui "piacerebbe molto l'idea che un parlamentare risponda del voto che dà e lo spiega. Dopodichè il regolamento del Parlamento prevede il voto segreto e se ci saranno le condizioni Grasso e non la Cei deciderà". L'approvazione della legge per Renzi è un passaggio decisivo, una svolta necessaria. Ma ha ribadito i distinguo sull'utero in affitto. "È una legge sacrosanta e finalmente ci siamo. Che paura possono fare due persone che si amano, perché lo Stato deve impedire loro di avere dei diritti? Trovo che il Paese e il Parlamento su questo siano nettamente a favore" ha detto il premier a Radio Anch'io, difendendo il ddl Cirinnà e ribadendo però di essere "molto contrario all'utero in affitto". Quanto al nodo della stepchild, "in realtà esiste già in forme stabilite in via giudiziaria, è un punto delicato e aperto ma mi pare fondamentale che in queste ultime ore prima del voto si rispettino le opinioni altrui, si faccia una discussione seria e poi il Parlamento decida" ha detto infine Renzi.