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Politica. Renzi: se perdo a Roma e Milano non mi dimetto

mercoledì 8 giugno 2016

Renzi prende nettamente le distanze dal ballottaggio con due annunci via tv. “Se perdo Roma e Milano non mi dimetto da segretario, assolutamente no”, è la prima presa di posizione. La seconda: “Il segretario del Pd - dice parlando di sé in terza persona - non farà comizi per il secondo turno, a meno che non serva”.

Vuol dire che Sala, Giachetti, Merola e Fassino se la devono sbrigare da soli. E in fondo sono d’accordo anche loro, i candidati a sindaco, perché consapevoli che al ballottaggio l’elemento “antirenziano” potrebbe avere un peso. Tra le righe, poi, si comprende anche quale sia l’obiettivo del premier: confermare Torino e Bologna e vincere Milano. Con l’eventuale sconfitta di Roma, si potrebbe parlare di un sostanziale pareggio con M5S e di una vittoria su misura sul centrodestra (ammesso che Lettieri non faccia un miracolo a Napoli contro De Magistris).

Quanto al partito, chiude Renzi, “ci entrerò dentro con il lanciafiamme dopo i ballottaggi”. Intanto le scosse delle amministrative arrivano sino in Parlamento. Tra Camera e Senato oggi le fibrillazioni non si contavano. In mattinata Pd e M5S litigano su come Giachetti e Raggi hanno usato luoghi delle Camere per le iniziative elettorali. Poi, mentre Montecitorio approvava la legge sui partiti con il voto - non essenziale - anche dei verdiniani, a Palazzo Madama si decideva di sospendere completamente i lavori la settimana prossima. Segno che le tensioni tra Pd e Ala sono vere. Renzi ha ribadito in tivvù che “con Verdini non c’è nessuna alleanza” che vada oltre la convergenza in Aula su alcune riforme essenziali.

L’ex braccio destro di Berlusconi ha invece convocato i suoi parlamentari per tranquillizzarli, per sminuire la portata delle parole brusche del premier e della minoranza dem e per ricordare che la “mission” è condurre in porto le riforme. Verdini è convinto che Renzi stia usando freddezza verso Ala solo per “richiamare” al voto nei ballottaggi tanti elettori delusi di sinistra. Poi l’intesa riprenderà vigore. Invece il premier sembra davvero convinto che mostrarsi troppo vicino alla dirigenza ex berlusconiana non paghi, che dunque sia doveroso prendere una distanza di sicurezza. Tanto, è il ragionamento, i centristi non hanno alternative a proseguire la legislatura. È fuori dall’Aula però che i toni si fanno quasi da bar. “Orfini beccato”, titola un post del blog di Grillo. E’ il titolo “acchiappa click” di un articolo in cui si sintetizzano tutte le “incoerenze” del presidente del Pd. “Fai schifo - replica Orfini -. Fai tutto per soldi”, dice riferendosi alla tecnica di marketing per cui un titolo accattivante chiama il click del lettore e porta soldi nella cassa del blog di Grillo.