Attualità

Europee 2014. Renzi: ora avanti con le riforme

lunedì 26 maggio 2014
​Nella conferenza stampa di lunedì mattina, poche ore di sonno dopo il grande trionfo delle europee. il leader del Pd e capo del governo Matteo Renzi evita i toni trionfalistici. "Saremo umili" dice, ma certo ammette questo sarà un "risultato che ricorderemo a lungo", ribadisce che il voto non è stato un "referendum" sul governo ma al tempo stesso ammette che l'orizzonte del suo governo, oggi più che mai, resta la scadenza naturale del Parlamento nel 2018. "Gli italiani vogliono vedere risultati non votare", sottolinea Renzi che spiega di aver già parlato con Napolitano e che insieme hanno condiviso la necessità di andare avanti con le riforme. A partire da quella elettorale, attorno alla quale il governo cercherà di aggregare il maggior consenso possibile. Il modello resta quello dell'Italicum con il ballottaggio "necessario" per governare. Accelerazione necessaria anche sul lavoro. E' un Renzi aperto al dialogo e "buonista", quello che parla da Palazzo Chigi, ringrazia il partito di Alfano, dice che Fi è ancora "un pezzo importante dell'Italia", invita i grillini a collaborare e parla di una vittoria che è di tutto il Pd. Anche se in verità farà i conti con la minoranza del Pd la prossima settimana, con la direzione e il rnnovo dei vertici. "Nel derby fra rabbia e speranza ha vinto la speranza" è il messaggio di fiducia che Renzi ha rilanciato con forza,sottolineando che la rottamazione deve ancora iniziare e che siamo solo all'inizio del "sogno" di cambiare volto all'Italia.    
IL PD DALLA NON VITTORIA AL TRIONFOIl primo commento, neanche a dirlo, Renzi lo aveva affidato nel cuore della notte a Twitter. Le urne sono chiuse da solo due ore e mezzo, ma il risultato "storico" già si intuisce. Il Pd a valanga travolge tutti e il premier incassa dagli elettori un'investitura ad andare avanti senza esitazioni. "Sono commosso e determinato" scrive Renzi ringraziando #unoperuno i suoi elettori. Il premier, che ha seguito i risultati dello spoglio sino alle tre, ha lasciato la sede del Pd di largo Nazareno senza rilasciare dichiarazioni. A sintetizzare lo shock avuto dagli stessi vertici del Pd, reduci dalla batosta (era appena un anno fa ma sembrano passati secoli) della "non vittoria" annunciata a denti stretti da Pierluigi Bersani, ci pensa il ministro della Difesa Roberta Pinotti: "eravamo abituati alle delusioni finali e quindi fino ad un centro punto ci siamo trattenuti". Un altro commento a caldo è quello di Debora Serracchiani a Porta a Porta che parla di "un risultato straordinario che ci consegna grande responsabilità. A parte quello tedesco, sarebbe l'unico governo che tiene in un contesto europeo complicato e difficile". Il Pd, con il suo risultato storico, sarà il primo partito all'interno del Pse che con i Ppe si contende adesso la presidenza della commissione europea.