Attualità

Conferenza di fine anno. Ddl Cirinnà, Renzi: divide ma è l'anno chiave

martedì 29 dicembre 2015
Due ore e 45 minuti è durata la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante la quale  sono stati toccati molti temi: disoccupazione, riforme, pensioni, referendum costituzionale, crac delle banche e unioni civili. Prima di rispondere alle domande dei giornalisti(previste oltre 40, ma fatte solo una ventina per mancanza di tempo), Renzi ha fatto un bilancio della attività di governo, usando slide corredete da gufetti. "L'Italia non dichiara la guerra al'Europa: noi chiediamo solo di far rispettare le regole a tutti. Chiediamo rispetto per l'Italia e chiediamo chiarezza", spiega Renzi sui rapporti del nostro Paese con l'Ue. Che Bruxelles accolga le richieste italiane sulla flessibilità sulla legge di Stabilità "lo darei per scontato", perché l'Italia non solo "non chiede sconti", ma ha rispettato "tutte le regole" e "chiede che le regole Ue siano rispettate da tutti". E aggiunge: "Rispettiamo tutte le regole e pretendiamo rispetto". Poi di nuovo sulla situazione economica: "Si diceva che l'Italia era in stagnazione perenne: se guardiamo dati vediamo che il segno più torna a crescere: era previsto lo 0,7% e siamo allo 0,8". Il tasso di disoccupazione è ancora molto altro, "troppo alto, ma è all'11,5%. Quando ti capita di essere fermato da un ragazzo che ti ringrazia perché ha un contratto a tempo indeterminato ti rendi conto che con il jobs act ci sono più tutele non meno tutele". Tuttavia, prosegue il premier, "ancora non basta, non sono soddisfatto del risultato". Insomma, "Italia batte populismo 4 a 0". E a proposito delle riforme costituzionali: "Immaginiamo il referendum nel mese di ottobre 2016. Se lo perdo allora è fallita la mia politica"; sottolinea Renzi. Quello delle unioni civili "è un tema che credo vada depurato dalle tensioni di politica stretta" ha spiegato poi il premier Matteo Renzi. "Non è un provvedimento su cui inserire l'elemento della fiducia , ma su cui lasciare a tutti la possibilità di esprimersi". Le unioni civili sono un "fatto di giustizia, equità e dignità", ha osservato. "Io dico che dobbiamo portarlo a casa nel 2016. Come segretario del Pd farò di tutto perché il dibattito sia il più serio e franco possibile", al Senato, ha aggiunto non senza mancare di riconoscere che il tema è un tema che "divide" anche dentro il Pd.
Il presidente del Consiglio comunque non ipotizza uno "stralcio della stepchild adoption", l'adozione del figlio del partner su modello tedesco, dal ddl sulle unioni civili.
E in tema di inquinamento e di soluzioni adottate: "Siamo passati da piove governo ladro a non piove governo killer", ma l'Italia "ha ridotto le emissioni di almeno un quarto rispetto al 1990. Non tutti Paesi europei hanno fatto la stessa cosa". Renzi è tornato a parlare del crac delle quattro banche: "Non c'è rischio sistemico, le banche italiane sono molto più solide" di tante banche europee e "non cambierei il sistema bancario con quello tedesco nemmeno sotto pagamento". "Chi ha subito danni o è stato truffato", e non sono "moltissime" persone, "deve sapere che lo Stato è dalla sua parte e noi faremo di tutto perché possa avere" indietro quello che ha perso. Il premier aggiunge di non voler chiedere "deroghe" a Bruxelles sulle attuali regole. "Le regole che siamo in grado di giocare le giocheremo, compreso il ricorso alla Corte di Giustizia se riterremo che ci siano state violazioni delle condizioni di gioco" per le banche italiane. "Non ci sarà nessun rimpasto" di governo. "Se ci sarà bisogno, come è naturale che sia" visto che "manca ancora qualche casella al governo, le copriremo, ma non ci sarà nessun rimpasto". Renzi conferma poi le amministrative a Roma il prossimo anno: "Questo tipo di elucubrazione che esponenti 5 stelle hanno avuto modo di esprimere, 'hanno talmente paura che rinviano le elezioni', è un'allucinazione, una visione allucinogena. A Roma si va a votare nel 2016, intorno al 10 giugno si voterà per il prossimo sindaco".